Palermo, morti amianto: condannati tre ex dirigenti Fincantieri

di Angela Oliva

 PALERMO. Si è concluso questa mattina il primo capitolo della maxi inchiesta sui Cantieri navali palermitani, avvolti, da circa trenta anni, da una nube di amianto.

Le indagini, condotte dai sostituti procuratori Emanuele Ravaglioli e Carlo Marzella, ha fatto luce sulle morti dei 36 operai e sulle gravissime malattie che hanno contratto altri 24 dipendenti della Fincantieri. Secondo la sentenza emessa dal tribunale del capoluogo sardo, la responsabilità è da attribuire alla gestione degli ex vertici di Fincantieri; per tale motivo la corte ha condannato per omicidio colposo plurimo e lesioni i direttori dello stabilimento palermitano, che si alternarono fra il 1970 e gli anni Novanta: sette anni e 6 mesi sono stati inflitti a Luciano Lemetti, 6 anni a Giuseppe Cortesi e 3 anni ad Antonino Cipponeri.

“Fin dagli anni Cinquanta i rischi dell’amianto erano comunque noti – hanno ribadito i magistrati in requisitoria – nonostante tutto ciò, Fincantieri ha omesso di adottare anche le più elementari misure di prevenzione per evitare l’inalazione di polveri e fibre di amianto”. Oltre alla condanna, i tre ex vertici della Fincantieri dovranno pagare anche una multa di risarcimento da 4 milioni e 200mila euro, alla quale dovranno essere aggiunti anche gli indennizzi per le famiglie degli operai, Fiom Cgil, Legambiente, Medicina Democratica e Camera del lavoro di Palermo, tutti costituitisi parte civile nel processo.

Quello che si è concluso oggi è solo il primo filone dell’inchiesta sui cantieri navali palermitani, ma restano altre quattro indagini, che faranno luce su una cinquantina di morti per tumore che stanno per approdare in giudizio.

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