“Mai parlato di scissione”. I finiani fanno dietrofront

di Redazione

Gianfranco Fini ROMA. Alcuni senatori “finiani” smentiscono le voci circolate in questi giorni relative alla creazione di un gruppo autonomo al Senato, creando di fatto una scissione dal Pdl.

In un documento, i 14 senatori Laura Allegrini, Andrea Augello, Mario Baldassarri, Cesare Cursi, Candido De Angelis, Egidio Digilio, Maria Ida Germontani, Giuseppe Menardi, Antonio Paravia, Franco Pontone, Maurizio Saia, Oreste Tofani, Giuseppe Valditara, Pasquale Viespoli, scrivono: “Al momento nessuno parla di gruppi autonomi, anche perché francamente non è chiaro chi lo ha detto e non è chiaro da chi e rispetto a chi dovrebbero essere autonomi”.

Esprimono solidarietà per gli “ingenerosi giudizi” piovuti addosso a Gianfranco Fini ma, allo stesso tempo, si estraniano da considerazioni riguardanti “scissioni” o “elezioni anticipate”, dal momento che “per noi e per l’opinione pubblica, che si aspetta invece una fase più incisiva dell’azione del nostro governo”.

Insomma, come oggi ha scritto qualche quotidiano, sembra che Fini sia stato abbandonato da gran parte della sua truppa, che tenta la “ricomposizione”. Non a caso, il sindaco di Roma Gianni Alemanno dichiara: “Stiamo lavorando affinché ci sia una ricomposizione e, alla fine, il Pdl rimanga unito”. E’ certo che, dopo tutto il trambusto di questi giorni e le urla in tv (riferite alla trasmissione “L’ultima parola” in cui i finiani Bocchino e Urso hanno ingaggiato un duro scontro con Maurizio Lupi e Daniela Santanché), un passo indietro definitivo di Fini, prodotto da qualche “contentino” da parte di Berlusconi, determinerebbe una netta perdita di credibilità per il presidente della Camera. Se è vero che, come dicono alcuni finiani, non bastano più le “dichiarazioni d’amore e le pacche sulle spalle”, allora è meglio per l’ex leader di An chiarire immediatamente la propria posizione.

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