Calcestruzzo, patto tra mafia e imprenditori lombardi: 14 arresti

di Redazione

 BERGAMO. 14persone arrestate e sette aziende poste sotto sequestro nell’ambito dell’operazione “Doppiocolpo”, eseguita in Sicilia, Lombardia, Lazio e Abruzzo dai carabinieri e guardia di finanza dei comandi provinciali di Caltanissetta.

Tra gli arrestati alcuni boss mafiosi accusati di associazione mafiosa e illecita concorrenza con violenza e minaccia, e dirigenti della “Calcestruzzi Spa” di Bergamo, ai quali sono stati contestati i reati di associazione per delinquere e frode in pubbliche forniture.

Secondogli inquirenti,l’azienda lombarda, oltre due anni è sotto amministrazione giudiziaria,forniva calcestruzzo con minori quantitativi di cemento rispetto al necessario. E con l’appoggio della mafia, a cui cedeva parte dei maggiori profitti realizzati frodando i propri clienti, aveva assunto il monopolio nella fornitura di calcestruzzo in Sicilia.

La Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta aveva già emesso un avviso di garanzia nel luglio 2006, seguito da un’ordinanza del gip di Caltanissetta che aveva disposto nel gennaio 2008 il sequestro preventivo di tutti i beni della Calcestruzzi Spa, il cui valore complessivo era di circa 600 milioni di euro, e l’arresto dell’allora amministratore delegato Mario Colombini con le ipotesi di reato di truffa, frode in pubbliche forniture e intestazione fittizia di beni.

Arrestatidue consulenti esterni dell’azienda, Giancarlo Bianchi e Gianni Cavallini, Elvis Alessandro Trotta, amministratore del sistema informatico della Calcestruzzi Spa, e Carlo Angelo Bossi, responsabile del controllo di gestione. I quattro,agli arresti domiciliari, sono accusati di aver creato ed utilizzato un sistema informatico grazie al quale hanno alterato i dati di gestione produttiva del calcestruzzo fornito per appalti pubblici, modificandone quantità e qualità.

In Sicilia sono state sequestratre altre sette aziende operanti nel settore del movimento della terra, per un importo complessivo stimato di 5,5 milioni di euro:la David Santo e Gandolfo S.n.c., con sede a Polizzi Generosa (Palermo), la Telg srl di Riesi (Caltanissetta), l’impresa individuale Lo Cicero Francesco di Campobello di Licata (Agrigento), la Arnone Vincenzo Srl con sede a Mussomeli (Caltanissetta), l’impresa individuale Ricotta Maria Pia con sede a Caltanissetta, l’impresa individuale Incognito Antonio di Bronte (Catania) e la Fo.Tra. Srl di Gela.

Alcune delle ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del Tribunale di Caltanissetta, sono invece state notificate in carcere, dove si trovano detenuti per altra causa, al boss Giuseppe Madonia, detto “Piddu”, 63 anni, indicato al vertice di Cosa nostra nissena; a Francesco La Rocca, soprannominato “Ciccio”, 72 anni, indicato come capo della famiglia mafiosa di Caltagirone; a Giuseppe Giovanni Laurino “u gracciatu”, 53 anni, esponente di spicco del clan Cammarata di Riesi. Finiti agli arresti domiciliari gli imprenditori Salvatore Rizza, 78 anni, di Caltanissetta; Santo David, 71 anni, e Gandolfo David, 77 anni, entrambi di Polizzi Generosa; Mario De Luca, 47 anni, di Napoli, e Nunzio Anello, 41 anni, di Mazzarino (Caltanissetta), entrambi ex dipendenti della Calcestruzzi. In carcere gli imprenditori Francesco Lo Cicero, 56 anni, di Campobello di Licata (Agrigento), e Vincenzo Arnone, 47 anni, di Serradifalco (Caltanissetta).Per Lo Cicero, Arnone e i per i fratelli David l’accusa è di associazione mafiosa. La Rocca, Lauria, Madonia e Rizza sono accusati di concorrenza illecita aggravata da violenza e minaccia, e dall’avere favorito Cosa nostra. Per De Luca e Anello è scattata anche l’indagine per truffa.

CALCESTRUZZI DISSEQUESTRATA. “La Calcestruzzi spa è stata dissequestrata”, lo ha reso noto il procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, nel corso della conferenza stampa.La Procura aveva chiesto al gip, Giovambattista Tona, di mantenere il sequestro e in subordine che venisse reiterata l’amministrazione giudiziaria dall’azienda come organo di controllo dell’attività produttiva. Inoltre la Procura ha chiesto al Gip che venisse costituita “una struttura di vertice aziendale – ha detto Lari – che operi un controllo sistematico sull’attività degli stabilimenti, sulla produzione”. Il procuratore si è complimentato stamani con l’amministratore giudiziario della Calcestruzzi, l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, nominato quando scattò il primo troncone d’inchiesta nei confronti dell’azienda bergamasca “per il modo in cui la società è stata risanata e rimessa in condizioni di lavorare, grazie anche alla soppressione e sostituzione del vecchio sistema informatico ‘Progress’ che era stato appunto modificato per produrre le doppie ricette di calcestruzzo, quella ufficiale oer eventuali controlli e quella ufficiosa che invece serviva per risparmiare nella fornitura e creare i fondi neri”.

LEGALE CALCESTRUZZI: “NESSUNA CONTIGUITA’ CON MAFIA”. L’avvocato Alberto Alessandri, difensore di Calcestruzzi spa, in una nota respinge “qualsivoglia ipotesi di contiguità di qualsiasi società del Gruppo con fenomeni di criminalità organizzata”. Il legale ritiene “incredibile che a distanza di ben due anni e quattro mesi dal provvedimento di sequestro preventivo dell’intero compendio aziendale di Calcestruzzi – che oggi ha formato oggetto del’ordinanza di restituzione a firma del gip – e dalla conclusione nel gennaio scorso del lungo ed approfondito incidente probatorio sulle opere oggetto di indagine, ancora si sostenga che sarebbe stato fornito calcestruzzo di qualità scadente, per occultare la quale sarebbero stati alterati i dati contenuti nel sistema informatico”. Secondo l’avvocato, una perizia “svolta dai massimi esperti del settore” ha consentito “di accertare che non vi sono pericoli di sorta in ordine alla sicurezza delle strutture esistenti”, e “di verificare come in larga misura accettabili le resistenze del prodotto fornito dalla Società, se non in alcuni casi addirittura superiori a quelle di progetto. L’incidente probatorio – prosegue il difensore – ha complessivamente smentito i risultati delle indagini condotte dal consulente tecnico del Pubblico Ministero, poste a base della accuse di ieri e di oggi”. L’avvocato, infine, contesta che Calcestruzzi sia leader della fornitura di calcestruzzo in Sicilia. Alessandri rileva che dei circa 250 impianti di produzione di calcestruzzo esistenti nella regione solamente sette erano della società e dei venti impianti presenti nella provincia di Caltanissetta soltanto due: dunque la società, conclude il legale, “deteneva una quota del mercato siciliano davvero modestissima, pari circa al 3%” e non si può “nemmeno insinuare che la società abbia mai avuto una posizione di monopolio”.

SEMERARA: “CAMBIA VOLTO DI AMMINISTRAZIONE GIUDIZIARIA”. Sulla base del provvedimento odierno del Tribunale di Caltanisetta che sancisce il “dissequestro di Calcestruzzi Spa con prescrizione”, cambia il ruolo svolto sinora dall’Amministrazione Giudiziaria. La stessa Amministrazione Giudiziaria restituirà al socio Italcementi e a Calcestruzzi Spa le responsabilità associate alla gestione dell’impresa, assumendo un nuovo ruolo di vigilanza per conto del Tribunale di Caltanissetta. L’obiettivo dell’Amministrazione Giudiziaria sarà quello di garantire la puntuale prosecuzione ed il completamento degli importanti interventi, già avviati dalla stessa Amministrazione Giudiziaria e condivisi con Italcementi Spa, finalizzati alla riorganizzazione del sistema di governance e di produzione aziendale secondo principi di legalità e trasparenza e quindi finalizzati anche ad evitare quelle condotte che avevano consentito l’esecuzione dei reati a suo tempo contestati.

“Il provvedimento emesso oggi dal Tribunale di Caltanisetta è profondamente innovativo e dimostra che la misura cautelare, se accompagnata da un percorso virtuoso di oculata gestione e di permanente controllo da parte dell’Amministrazione Giudiziaria, può permettere non solo la continuità operativa aziendale, ma anche la “riabilitazione dell’impresa” e la sua “riconsegna” al mercato, in luogo di misure sanzionatorie che possono, nei casi più gravi, condurre anche alla confisca dell’azienda”, ha commentato l’amministratore Cappellano Seminara. “In questo contesto, il lavoro svolto e le misure introdotte negli ultimi due anni dall’Amministrazione Giudiziaria hanno consentito di definire e avviare una vasta riorganizzazione aziendale e di ammodernamento del parco impianti, finalizzata all’industrializzazione del processo produttivo, al rafforzamento della governance aziendale e alla valorizzazione del patrimonio”. Nel corso delle prossime settimane l’Amministrazione Giudiziaria intensificherà gli incontri con il socio Italcementi al fine assicurare il rapido passaggio della gestione e definire il nuovo ruolo che essa, sulla scorta del provvedimento del Gip, assumerà. L’Amministrazione Giudiziaria vigilerà quindi sul completamento degli interventi previsti nel Piano d’Azione – ovvero le cosiddette prescrizioni definite dal Tribunale e concordate con il socio Italcementi SpA – nonché sul processo produttivo in attesa che tutti gli interventi vengano completati.

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