CASAL DI PRINCIPE. Tutto quello che non ti uccide, ti rende più forte: potrebbe sintetizzarsi in questa frase lincredibile, tormentata vicenda di Angela Levraldo, scrittrice quasi per caso che alcuni mesi fa ebbe lidea di riversare su carta la propria, intensa esperienza di vita.
Un racconto che Angela pensò di inviare ad un concorso letterario organizzato in Toscana, riuscendo sorprendentemente a vincere il primo premio. Mercoledì scorso, 28 aprile 2010, lautrice nativa di Frignano ma casalese dadozione ha finalmente coronato il proprio sogno: quel racconto autobiografico è diventato un libro, Ritornare a vivere, che è stato presentato nella splendida cornice del Teatro della Legalità di Casal di Principe.
A presenziare alla manifestazione lex assessore Vincenzo Fontana, in rappresentanza del neo-sindaco Pasquale Martinelli; Giuseppe De Sadel Caterino, Presidente dellAssociazione Noi Insieme; Maria Di Tella, della Ibiskos Editrice Risolo. Lopera prima della Levraldo descrive in modo crudo ed appassionato uno spaccato a tratti disperato e straziante, calato abilmente in un drammatico contesto di disagio sociale (il carcere, la tossicodipendenza, la microcriminalità, la depressione, il rischio della disgregazione di una famiglia).
Ma il mio è anche un messaggio di speranza, una storia damore, la dimostrazione che grazie ai valori fondamentali della famiglia, dellamicizia, della sincerità si può risalire la china anche nei momenti più bui della nostra esistenza. Quando ci sembra impossibile trovare una via duscita, bisogna raccogliere tutte le proprie forze, credere fortemente in sé stessi, e fare affidamento sul sostegno delle persone a noi più care. Il mio ringraziamento va a tutti coloro che hanno creduto in me, ma soprattutto ai miei tre splendidi figli ha dichiarato emozionata Angela Levraldo il cui amore mi ha dato la forza necessaria per superare ostacoli che, nel periodo più triste e difficile della mia vita, mi sembravano insormontabili. Grazie al coraggio di tre fantastici bimbi, oggi posso dire che il mio incubo è quasi finito.
Nella foto in basso, da sin. Fontana, Levraldo, Caterino e Di Tella