Provinciali, Santillo (Idv) incontra i giovani ortesi

di Redazione

Antonio SantilloORTA DI ATELLA. Tanti giovani di Orta si sono dati appuntamento, lunedì 22 marzo, nella nuova sede dell’Italia dei Valori di Orta di Atella.

L’incontro con il dottor Antonio Santillo, candidato dei dipietristi alle provinciali nel collegio Orta-S.Arpino, era una ghiotta occasione per parlare di giovani e di politica. Tantissime le domande poste al giovane candidato che riguardavano la scarsa fiducia nella politica e nelle istituzioni, perché negli ultimi anni, i giovani, hanno ricevuto da parte di chi ci ha governato, destra o sinistra, solo incertezze e precariato. Le istituzioni appaiono ai giovani distanti ed incapaci di risolvere i problemi, tutto questo porta ad una triste e drammatica decisione: il distaccamento dalla vita politica quotidiana. I giovani hanno rinunciato a credere negli ideali, quegli ideali che hanno accompagnato le generazioni precedenti e che hanno portato ad avere fiducia in loro stessi, si sono ormai abituati ad utilizzare di frequente luoghi comuni del tipo “i politici sono tutti ladri e corrotti” vedendo la politica come una cosa che non gli appartiene e che non va vissuta attivamente.

Santillo ha così riassunto il suo pensiero: “Bisogna rassegnarsi a questo? Io penso proprio di no. La strada da percorrere, per invertire la rotta, non è facile. Ma, al tempo stesso, non si deve gettare la spugna. Gli strumenti per offrire iniezioni di fiducia alle nuove generazioni ci sono. Basta utilizzarli. Il primo argomento proposto è quello del recupero del senso della collettività. E’ da qui che bisogna ripartire. Se si comprende l’importanza del proprio rapporto con gli altri e del proprio contributo all’interno della società, si può ritrovare ottimismo anche nell’approccio con il mondo della politica. ‘Collettività’ è una parola che sembra essere sparita dal vocabolario dei giovani. E’ necessario, invece, un tipo d’educazione completamente diverso, che abitui le persone, fin dai primi anni della propria vita, a porsi in relazione con gli altri. Questo è certamente un primo passo per far comprendere, in seguito, l’importanza della politica come strumento di aiuto alla collettività. Il secondo argomento è quello della santificazione personale e del proprio lavoro. Che cos’è la politica? Non è altro che un lavoro da svolgere bene, come quello del giornalista, dell’infermiere, del medico o dell’avvocato. Bisogna ricordare che tutte le professioni possono essere svolte in modo corretto, oppure scorretto. Quella del politico presenta esattamente gli stessi rischi di corruzione che possono capitare, sotto forme diverse, a qualunque altro mestiere. Fare bene il proprio lavoro significa irradiare il mondo con una luce nuova, diversa, ottimista, rassicurante. Ragionare in termini pessimistici, dicendo che la politica è una cosa irrimediabilmente perversa e compromessa, non serve a nulla. Il prodotto di questo ragionamento è semplice. Se i ‘posti’ della politica vengono lasciati tutti alle persone disoneste, non cambierà mai niente. Bisogna, invece, fare uno sforzo e riuscire a penetrare in certi ambienti, senza lasciare a casa il proprio bagaglio di valori e di ideali. Devono essere i giovani a cambiare la politica, e non la politica a cambiare i giovani. L’importante è non lasciarsi scoraggiare di fronte alle prime avversità”.

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