Ucciso il noto gallerista Schubert. L’omicida il suo socio

di Emma Zampella

Giovanni_SchubertMILANO. L’allievo che supera il maestro e lo uccide gettandone il corpo nel Naviglio milanese.

Vittima un noto gallerista, Giovanni Schubert, di 76 anni, che è stato ucciso dal suo allievo, nonché socio, Matteo Chigorno, di 36 anni. Il movente dell’omicidio sarebbero solo settemila euro, il ricavato della vendita di due quadri di Gudmundur.

Il luogo del delitto, secondo le indagini degli inquirenti, sarebbe stata la casa dello stesso Chigorno, in via Donna Prassede, a Milano, dove Schubert si sarebbe incontrato mercoledì sera, verso le 19, per concordare il prezzo delle due tele che il maestro gli aveva affidato. La conversazionesarebbe sfociata in una lite furibonda: Chigorno avrebbe preso la testa dell’anziano e sbattuta con violenza sul pavimento, pestandolo a calci e pugni. La colluttazione, prima a mani nude, poi un colpo sferrato alla vittima con uno stendipanni di ferro,sarebbe continuata anche nel posto auto, ma quando Chigorno si è accorto di aver ucciso l’anziano maestro, nel box del garage, hafatto a pezzi il corpo della sua vittima e, racchiudendoli insei sacchetti neri di plastica, lo ha gettato nel Naviglio.

Chigorno ha cercato di eliminare le tracce di sangue dalla scena del delitto, pulendo il pavimento e i suoi vestiti, ma ottenendo scarsi risultati, perché quando gli inquirenti si sono recati in casa non è stato difficile trovare macchie di sangue sul pavimento e nel box auto, né le armi del delitto: il pezzo di stendipanni di ferro e due coltelli che recavano il sangue della vittima. Gli investigatori della Squadra mobile di Milano non ci hanno messo molto tempo a trovare l’assassino del noto gallerista: i familiari sapevano dell’incontro e dopo averlo sentito al cellulare prima di incontrare Chigorno, non ne hanno avuto più notizie. Perciò il genero del galleristaha dato l’allarme e si è recato in questura per sporgere denuncia, raccontando di quell’incontro. I familiari, che fino all’ultimo hanno sperato di trovarlo vivo, coinvolto in un incidente o vittima di un malore, sono rimasti scioccati dalla terribile notizia.

Non riescono ancora a crederci anche perché il gallerista aveva da sempre dato amore al suo socio, trattandolo come un figlio. “Papà lo aveva aiutato, lo aveva aiutato a crescere. –ha raccontato affranta Costanza SchubertGli aveva insegnato il mestiere, con i suoi segreti grandi e piccoli”. Le indagini ha portato subito a galla la verità: non è trascorso molto tempo prima che Chigorno, incalzato dalle domande del pm, Stefania Carlucci,confessasse: “L’ho ucciso io. Mi aveva affidato delle tele e dovevamo vederci perché lui pretendeva più soldi. Non ci siamo accordati e ho perso il controllo. L’ho colpito senza fermarmi, ho preso la testa e glielo sbattuta sul pavimento. Poi l’ho fatto a pezzi nel box. Lo trovate in fondo al Naviglio”. Chigorno è stato portato al carcere di San Vittore.

La figura del gallerista era nota a tutto il mondo: tra poche settimane sarebbe partita una serie di eventi culturali tra Parigi e Cina, anche se Schubert portava su se giudizi contrastanti: c’è chi amava la sua arte , ma c’è chi lo ricorda coma uno spregiudicato commerciante di tele. La vittima era stata però anche coinvolta in un’inchiesta condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere su un traffico di falsi Schifano e Sironi, ma poi era stato totalmente prosciolto al termine del processo.

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