Estorsioni nel modenese: venti arresti contro clan dei Casalesi

di Redazione

Guardia di FinanzaMODENA. Venti persone legate al clan dei Casalesi sono state arrestate nel modenese dalla Guardia di Finanza, con l’accusa di estorsione. Inoltre, si è proceduto al sequestro di beni perun valore di circa6 milioni di euro.

L’operazione, denominata “San Cipriano”, che ha coinvolto oltre 200 militari,èstata compiuta dalGruppo di investigazione sulla criminalità organizzata (Gico) del Nucleo di Polizia Tributaria di Bologna, e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo emiliano. La Squadra mobile di Modenaha provveduto, contestualmente,a dare esecuzione ad ulterioricinque catture nei confronti di altrettanti soggetti anch’essi afferenti al clan camorristico casertano.

I militari del Gico hanno sequestrato il patrimonio accumulato attraverso le estorsioni dalle persone al centro dell’inchiesta, composto da 35 immobili, 23 tra autovetture e motocicli e partecipazioni in 5 società, per un valore complessivo stimato in almeno 6 milioni di euro. Oltre alla provincia di Modena, sono interessate quelle di Mantova, Napoli e Caserta.

Secondo i finanzieri le cifre richieste variavano a seconda dell’attività e delle modalità temporali tra i 3mila e i 30mila euro. Ma gli arrestati non chiedevano solo denaro. Pretendevano pure di mangiare gratis nei ristoranti delle vittime; di trascorrere serate in allegria con tutti i comfort nei loro locali notturni; o di disporre di auto e moto senza pagare. E per chi si rifiutava o tentennava c’erano le violente spedizioni punitive a cui erano delegati due albanesi (uno dei qualiè latitante). In un paio di circostanze le vittime hanno subito lesioni con prognosi superiore a 40 giorni. In un caso hanno preteso che tre loro fidanzate incinte venissero assunte fittiziamente da un ristoratore per ottenere i benefici di legge previsti per le lavoratrici in maternita’.

Il presunto capo dell’organizzazioneè Alfonso Perrone, detto ”Alfonso ‘o pazzo”, ritenuto legato al latitante Michele Zagaria, ricercato da 15 anni, insieme ad Antonio Iovine, alias ”O Ninno”, e considerato l’attuale reggente dell’organizzazione criminale.

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