Scandalo pedofilia, il vescovo di Ratisbona difende Georg Ratzinger

di Redazione

 RATISBONA. “Basta. Bisogna fare pulizia sul serio nella nostra Chiesa. I colpevoli devono essere condannati e le vittime risarcite”.

Il cardinale tedesco Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani, usa parole gravi per condannare gli scandali di pedofilia che hanno investito la chiesa tedesca in questi ultimi giorni. E, parlando di “delitti esecrabili e imperdonabili che vanno perseguiti con fermezza assoluta”, il cardinale appoggia il comportamento del Papa. “Fa bene a fare chiarezza, pretendendo la tolleranza zero verso chi si macchia di colpe tanto gravi”.

Il caso di Regensburg (secondo il quale si sarebbero verificati abusi sessuali nel celebre coro di voci bianche di Ratisbona) ha destato particolare scalpore perché a dirigere il coro, tra il 1964 al 1994, è stato proprio il fratello di Papa Benedetto XVI, don Georg Ratzinger, 86 anni, ha detto di non aver mai saputo che avvenissero episodi del genere. “Se la magistratura tedesca mi invitasse a testimoniare – ha spiegato – sarei certamente a disposizione, ma non ho nessuna informazione su attività punibili”. A conferma delle dichiarazioni dell’ex direttore del coro arrivano anche le parole del vescovo di Ratisbona, monsignor Gerhard Ludwig Muller, che, in un comunicato pubblicato sull’Osservatore Romano, ribadisce “l’innocenza di Georg”. Secondo Muller, “nel primo caso si tratta di un fatto accaduto nel 1958, commesso da parte del Vicedirettore della scuola preliminare, che dopo il delitto, fu rimosso dall’incarico. Nel secondo caso invece si tratta di una persona che lavorò nel 1958 per sette mesi presso i Domspatzen. Dopo 12 anni, fu condannata per un caso di abuso sessuale”. Secondo Muller quindi, “i due casi di abusi sessuali emersi nell’ambito della struttura di cui fa parte il coro di Ratisbona non coincidono con il periodo dell’incarico di Georg Ratzinger”.

La Santa Sede appoggia la Diocesi “nella propria disponibilità ad analizzare la dolorosa questione in modo aperto, ai sensi delle direttive della Conferenza episcopale tedesca”. L’obiettivo del chiarimento da parte della Chiesa – spiega la Santa Sede – è di rendere giustizia alle eventuali vittime”.

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