Sanità, Stellato interviene su livelli assistenziali e posti letto

di Redazione

Giuseppe Stellato CASERTA. Il candidato alla presidenza della Provincia Giuseppe Stellato interviene sulla situazione della sanità in provincia di Caserta e lo fa innanzitutto ponendo l’accento sul mantenimento dei livelli assistenziali e dei posti letto esistenti in Terra di Lavoro.

“Già con il piano ospedaliero del 2008 – afferma Stellato – molti interventi sono stati posti dalla Regione Campania per fare in modo che i servizi sul territorio siano mantenuti. Allo stato attuale, anche nella mia qualità di consigliere regionale, ho lavorato per produrre contatti e interventi per potenziare le strutture e l’assistenza ospedaliera. Un punto importante è la valorizzazione dei presidi sanitari di Santa Maria Capua Vetere e Capua. Il problema non nasce certamente dalla normativa regionale, che aveva addirittura previsto una struttura universitaria di diagnostica e medicina nucleare al Melorio, ma dai tagli imposti in conseguenza del commissariamento della sanità campana disposto dal governo Berlusconi per rispondere a un’esigenza di compressione della spesa”. “Tali provvedimenti – aggiunge Stellato – hanno prodotto una costante azione di depauperamento e riduzione della presenza ospedaliera a Santa Maria Capua Vetere, che, allo stato dei fatti, è assolutamente inaccettabile, soprattutto in quanto la normativa regionale prevede il mantenimento delle strutture esistenti. Del resto, l’intero bacino di utenza che fa capo alla struttura sammaritana, unitamente al Palasciano di Capua, serve un bacino di oltre centomila utenti”.

Stellato considera dunque che “l’intera provincia andrebbe ridisegnata anche per stabilire le migliori modalità di allocazione delle risorse sul territorio, tenendo presente il numero di abitanti, la concentrazione abitativa, le vie di accesso, operando per un verso sulla spesa e per l’altro sulla razionalizzazione dei servizi, considerando infine tutti quei fattori che consentono una corretta fruizione dei servizi. Sarebbe dunque utile rivedere le modalità di partecipazione delle comunità territoriali, lavorando in un’ottica che consenta a tutti i presidi della provincia di godere delle stesse opportunità di partecipazione alla rete di assistenza sanitaria”.

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