Giudice di Pace, Di Foggia denuncia le carenze dell’ufficio aversano

di Redazione

Nicola Di FoggiaAVERSA. Sono anni che si aspettano i nuovi uffici giudiziari e nulla ancora si è risolto.

Le problematiche sono sempre le stesse: carenza di organico, stanze piccole e non conformi alle normative sui luoghi di lavoro, sicurezza interna e parcheggi non adeguati alla mole di persone che ogni giorno transitano sia negli uffici dei Giudici di Pace che in quelli della sezione distaccata del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Insomma, davvero una situazione di precarietà, sottolineata a gran voce da Nicola Di Foggia, presidente dell’Associazione Nazionale Giudici di Pace: “I GdP trattano e definiscono ben 2 milioni e più di processi all’anno. Assorbono più del 50% della giustizia civile e quasi il 30% di quella penale. Hanno di fatto sostituito i Pretori di una volta, con competenze ancor più vaste: si pensi a tutta la materia dell’immigrazione. L’organico è di appena 2800 unità su 4500 previsti in organico. Gli uffici sono completamente abbandonati dalle amministrazioni locali che dovrebbero provvedere alla manutenzione e fornitura di materiali e suppellettili, come nel caso di Aversa. L’organico amministrativo è fatalmente sottodimensionato, si pensi che un Giudice dovrebbe essere assistito da tre figure amministrative, mentre nei nostri uffici abbiamo che un amministrativo, talvolta senza neppure la qualifica adatta, serve dai sei agli otto magistrati. Le udienze si celebrano perché sono i magistrati a fare tanti adempimenti di cancelleria, altrimenti il servizio giustizia che forniamo si paralizzerebbe. Il sistema di pagamento è a cottimo: vengono pagate le udienze e le sentenze emesse e la media nazionale è di appena 2500 euro lordi al mese; va precisato che il lavoro è di grande responsabilità, in quanto si hanno tutti i doveri dei magistrati previsti per legge, ma alcun potere ed alcuna prerogativa. Si lavora per diverse ore al giorno e per l’intera settimana. I Giudici di pace non hanno copertura assistenziale né quella previdenziale ed il mandato è per quattro anni, rinnovabile per altre due volte, poi si va a casa dopo dodici anni di duro lavoro per lo Stato e per la Giustizia, malpagato e senza pensione”.

Emblematico è il caso aversano, soprattutto per ciò che concerne la sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere: si attendono da tempo tornelli che servano ad identificare gli avvocati occupati in udienze, oltre al rafforzamento delle guardie armate all’entrata ed all’uscita dalla sezione. Senza dimenticare l’ubicazione particolare, ed anche molto pericolosa, dello stesso tribunale, ovvero la centrale e trafficata via Corcioni, in cui sono presenti ben due scuole.

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