La mostra “Futurismo 1909/2009” sbarca ad Avellino

di Redazione

 SANT’ARPINO. L’allestimento, che nel novembre scorso ha celebrato i primi cent’anni del Futurismo presso la Pinacoteca d’Arte Contemporanea “Massimo Stanzione” di Sant’Arpino, emigra da Terra di Lavoro per sbarcare ad Avellino.

A partire dallo scorso 15 febbraio, e fino a domenica 28, la mostra “Futurismo 1909/2009” curata dal professor Rosario Pinto, direttore della pinacoteca del centro atellano, è allestita presso il Circolo della Stampa del capoluogo irpino. Grande la soddisfazione, ovviamente, anche per il presidente della Pro Loco di Sant’Arpino, Aldo Pezzella, che parla di “un ulteriore riconoscimento per l’ottimo lavoro del nostro sodalizio e per la Pinacoteca “Massimo Stanzione” sempre di più polo culturale ed artistico, guardato con interesse a livello regionale e nazionale.

Non a caso, oggi, un allestimento che tanto successo ha ottenuto lo scorso novembre a Sant’Arpino, viene riproposto in un centro più grande e dalla spiccata vivacità culturale quale Avellin”. La mostra è stata realizzata in collaborazione con il Museo Minimo di Napoli diretto dal professor Roberto Sanchez, grazie al quale vi sono opere di artisti quali, Ferretti, Fox, Storace, Mittendorf, Groh, Olbrich, Corsitto e tanti altri. È lo stesso Pinto a rimarcare come con “questo lavoro del Futurismo si è intesa suggerire una lettura tutt’altro che omologata, cercando di evitare le enfatizzazioni celebrative e valutando se non sia possibile fornire degli spunti di riflessione per l’arricchimento del dibattito critico. In particolare porponiamo angolazioni e prospettive insolite ed insondate, cominciando ad esempio a suggerire una partimentazione cronologica in quattro fasi temporali. Abbiamo riservato, poi, uno spazio particolare al Futurismo postale ed al suo ruolo di premessa storica del fenomeno della Mail Art, temi cui Domenico Ducci ha dedicato uno studio intenso e documentato. Un ringraziamento sentito va al Museo Minimo e ad un collezionista generoso come il professor Giaquinto”.

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