Processo Mills, la Cassazione dichiara prescritto il reato

di Emma Zampella

David_MillsMILANO. La Cassazione ha dichiarato prescritto il reato di corruzione in atti giudiziari contestati all’avvocato ingleseDavid Mills, accogliendo la richiesta avanzata dal procuratore generale.

Secondo l’accusa, il legale inglese avrebbe accettato circa 600mila dollari da Silvio Berlusconi per dichiarare il falso relativamente allo sviluppo della questione giudiziaria che ha coinvolto il gruppo di cui l’attuale premier era presidente. Fino ad ora Mills sarebbe stato condannato, in primo e secondo grado, a 4 anni e mezzo di reclusione per corruzione giudiziaria.

Ma il pg Gianfranco Ciani, in sede di udienza, ha dichiarato che non c’è dubbio che il momento consumativo della corruzione di Mills da parte di Berlusconi e del gruppo erogatore dei 600mila dollari si verifica l’11 novembre del 1999 quando Mills, in proprio, e non come gestore del patrimonio altrui, fornisce istruzioni per il trasferimento dei circa 600 mila dollari dal fondo di investimento Giano Capital al fondo Torrey”. Dunque la decorrenza di prescrizione per Ciani è all’11 novembre 1999 e non al febbraio 2000, poiché ritiene che è in questa data che Mills si sarebbe fatto intestare le quote del fondo Torrey per un valore di circa 600mila dollari. Il pg ha inoltre ricordato che “quando c’è incertezza sulla data di commissione di un reato, da sempre vale la regola del “favor rei”, e il decorrere della prescrizione va fissato nel momento più favorevole all’imputato, dunque, l’11 novembre 1999, con la conseguente dichiarazione di prescrizione, dal momento che la corruzione in atti giudiziari ha una pena massima che arriva fino a 8 anni”.

Mills dovrà comunque pagare 250mila eurocome risarcimento danni all’immagine dello Stato. Al momento resta intanto in piedi il processo, per lo stesso delitto, che vede imputato il premier Berlusconi. La prescrizione per il presidente del Consiglio, infatti, maturerà soltanto tra 11 mesi.

L’avvocato ha fatto ricorso in Cassazione in seguito alla sentenza emessa lo scorso 27 ottobre, che lo condannava per aver ricevuto 600mila dollari come compenso in seguito a dichiarazioni false o reticenti in due processi milanesi passati ormai in giudicato, All Iberian e quello sulla corruzione nella Guardia di Finanza. I tempi non coincidono perché il danaro sarebbe stato promesso nel 1999, mentre la corruzione si sarebbe consumato nel febbraio 2000, definita susseguente e non antecedente alle dichiarazioni del legale ritenuto ideatore del sistema di società off-shore della Finivest.

Ma il legale di Mills, Federico Cecconi, che ha sempre sostenuto l’estraneità dai fatti del suo assistito, spiegando che di quel denaro che sarebbe arrivato non vi è traccia nel processo. Mancano, inoltre, le prove che testimoniano la consumata corruzione e quindi la dichiarazione del falso a favore di Berlusconi.

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