Carnevale, la tradizione con Marcello Colasurdo

di Redazione

 CARINARO. L’associazione “Carinaro Attiva”, dopo qualche anno di stand by, ha organizzatoil “Carnevale Tradizionale”, con il “Lamento e Morte di Carnevale”, sempre con lo stesso impegno di recupero della storia e della tradizione.

Molti i partecipanti alla manifestazione che si è tenuta al Palazzo de Angelis il giorno di martedì grasso, con la fantastica partecipazione della voce del vesuvio Marcello Colasurdo, che ha coinvolto nella rappresentazione, con molta maestria, tutti i presenti.

La ‘Morte di Carnevale’ trae le sue radici storiche da antichissimi riti pregreci ed è un evento patrimonio della tradizione di molte regioni italiane, soprattutto meridionali. Periodi in cui i lavori stagionali della campagna avevano una tregua, durante il Carnevale i ruoli sociali venivano rovesciati e in cui si potevano liberare finalmente le pulsioni represse della civiltà agropastorale del Meridione. Il rito si sviluppa essenzialmente in un pubblico processo, dopo i lamenti ed il pianto delle vedove inconsolabili.

Apre il corteo un monaco pazzo e volgare, dalle fattezze grossolane, accompagnato da un fraticello che porta l’occorrente per la benedizione. A seguire c’è la banda, composta da improbabili musicisti, che alternano marce funebri a balli tradizionali. Subito dietro, c’è il feretro di Carnevale: ‘un fantoccio di poveri panni imbottito di paglia che oscenamente scopre le vergogne sul davanti, un bisunto cappellaccio, un fiasco tra le rozze braccia’, portato in spalla da quattro necrofori dotati di fiaschi di vino per ristorarsi durante il tragitto funebre. Il feretro è seguito da vedove inconsolabili di Carnevale. Segue il Prete, per dare l’ultima benedizione al morto e al popolo, il Notaio che leggerà il Testamento di Carnevale, e il Medico che elencherà le innumerevoli malattie di Carnevale e la causa della sua morte. Alla fine del processo, si canta e si balla attorno al feretro di Carnevale, a esorcizzare la morte e a inneggiare alla vita.

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