Successo di critica e pubblico per la mostra di D’Errico

di Redazione

da sin. Aldo Zullo, Angelo Brancaccio ed Ettore D'ErricoORTA DI ATELLA. Si è conclusa con successo l’esposizione antologica del pittore atellano Ettore D’Errico dal titolo: “Tavolozza d’Autore. Emozioni diverse”.

L’evento artistico, svoltosi ad Orta di Atella nella splendida cornice del Chiostro del Convento Francescano di San Donato V. e M. in via San Salvatore da Horta, ha fatto registrare un’ampia partecipazione di visitatori provenienti non solo dalla Campania ma anche dalle regioni limitrofe. Unanime e positivo il giudizio della critica che ha esaltato l’opera e il percorso d’arte di D’Errico che vive e crea nel suo studio di Sant’Arpino. Sin dalla giovane età manifesta talento artistico e, operando da autodidatta, partecipa a numerose mostre collettive e personali in diverse città italiane ove ottiene riconoscimenti e menzioni sulla stampa nazionale ed internazionale. Dopo la pensione, si dedica completamente alla pittura utilizzando prevalentemente oli che trasferisce su supporto di vario genere.

Fra i tanti che hanno fatto visita alla nostra figura anche il consigliere regionale Angelo Brancaccio che appena dopo la visita ha affermato: “Il maestro D’Errico, con umiltà e semplicità, si fa interprete di un’arte profonda e rivelatrice di emozioni indelebili. La ricchezza e la vivacità di colori che prevalgono nelle sue opere si pongono come un invito a vivere la vita con ottimismo e speranza nonostante le difficoltà e i momenti bui. D’Errico è una splendida risorsa del territorio atellano di cui ciascuno di noi deve essere fiero di condividerne l’appartenenza territoriale”.Altrettanto lusinghiere le parole dello studioso di storia patria Antonio Dell’Aversana, che ha dichiarato: “Lo spettacolo che si presenta agli occhi del visitatore, nelle mostre di D’Errico, è di quelli che lo riconciliano immediatamente con l’Arte e, in generare, con la vita, infondendogli nell’animo luce e allegria. Paesaggi, nature morte, personaggi, gli si imprimono all’istante nella pupilla senza costringerlo ad argomentazioni arzigogolate per cercare di capire ciò che egli osserva sulla tela. Particolari minuziosi e dettagliati, quasi nel quadro, attirano lo sguardo e meravigliano la mente. In un’epoca nella quale la maggioranza degli Artisti si compiace ancora di asservirsi a correnti di moda per dimostrare una vana quanto inutile ricerca del nuovo, Ettore D’Errico, pur risentendo degli influssi dei grandi impressionisti, dimostra che il classico, che tanto piace alla gente comune, può essere ancora riproposto, ed in una maniera del tutto personale”. “Una vera tavolozza d’autore, ricca e pastosa – conclude Dell’Aversana – fa assomigliare tanti particolari a quei gingilli in ceramica di Capodimonte che tanto famosa hanno reso Napoli nel mondo. I colori di D’Errico riempiono il supporto dì una luce esplosiva invitando lo spettatore ad unirsi a quelli ospiti che le tavole riccamente imbandite sembrano aspettare da un momento all’altro”.

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