Rosarno, al via demolizioni: immigrati in fuga

di Redazione

 ROSARNO. Sono iniziate all’alba di domenica, su disposizione della prefettura di Reggio Calabria, le demolizioni degli accampamenti occupati fino a pochi giorni fa dagli immigrati protagonisti della rivolta di giovedì sera.

Le ruspe dei vigili del fuoco sono in azione nella ex Rognetta, ex deposito alimentare alla periferia di Rosarno: vengono abbattute le strutture realizzate dagli immigrati all’esterno della fabbrica e nelle prossime ore verrà demolito anche il capannone principale dove gli stranieri hanno realizzato decine di baracche con cartone, plastica e lamiera. Dentro la struttura gli immigrati, partiti in tutta fretta, hanno lasciato tutto quel poco che avevano, ci sono ancora letti, coperte, resti di cibo, scarpe e in qualche caso anche valige che gli immigrati non hanno fatto in tempo a prendere.

1128 IMMIGRATI HANNO LASCIATO ROSARNO. Proseguono anche gli sfollamenti.Dopo tre giorni di tensioni e violenze, la notte è stata tranquilla. Intorno all’una la polizia ha spostato 67 immigrati, che vivevano nella località Le Colline nel territorio di Rizziconi. In tutto, dall’inizio delle operazioni di sfollamento, sono 1128 gli immigrati che hanno lasciato volontariamente o accompagnati la zona, per dirigersi verso il nord Italia o in centri di accoglienza calabresi e pugliesi: 428 sono stati portati nel centro di prima accoglienza di Crotone e 400 in quello di Bari. Altri 300 hanno lasciato la Piana di Gioia Tauro autonomamente, in treno, diretti a Milano, Napoli, Foggia, Palermo. Le due ex fabbriche utilizzate come dormitori, Opera Sila e Rognetta, si sono praticamente svuotate. Nella zona di Rizziconi ci sono ancora alcuni extracomunitari, che non hanno voluto lasciare la zona perché impegnati nella raccolta di agrumi. Durante la notte 324 immigrati ghanesi sono arrivati nel Cara (Centro accoglienza richiedenti asilo) di Bari-Palese. Il prefetto di Bari Carlo Schilardi ha detto che alle 8 la metà di loro era stata identificata e che di questi oltre 80 hanno il permesso di soggiorno per motivi di lavoro e hanno chiesto di lasciare il Cara. Gli immigrati in regola sono già pronti all’ingresso del centro con i loro bagagli. Il prefetto ha detto che saranno accompagnati alla stazione. Altri 400 stranieri sono partiti nella notte dalla stazione di Lamezia Terme, prendendo treni diretti a Milano, Napoli, Foggia, Palermo.

ARRESTI. Otto gli extracomunitari ancora ricoverati in ospedale dopo le aggressioni subite: nessuno è in pericolo di vita. Il bilancio degli arrestati è di dieci persone, sette extracomunitari (cinque convalidati dal gip) e tre rosarnesi. Uno di loro è figlio di un esponente di spicco della cosca Bellocco e un altro ha precedenti per omicidio colposo. Sulle loro posizioni si attendono per lunedì le disposizioni del gip.

PAURA “EMULAZIONE”A CASTEL VOLTURNO. Molti immigrati che hanno lasciato Rosarno sono giunti a Castel Volturno, nel casertano, dove nel settembre 2008 avvenne un’analoga rivolta di cittadini africani dopo l’uccisione di sei ghanesi da parte dell’ala stragista della camorra casalese guidata da Giuseppe Setola. Il rischio che si possano ripetersi episodi di intolleranza è ritenuto elevatissimo. Alta l’attenzione della Questura di Caserta che teme l’effetto imitazione.

IL PAPA: “RISPETTARE GLI IMMIGRATI”. “L’immigrato è un essere umano, differente per cultura e tradizione ma comunque da rispettare e la violenza non deve essere mai per nessuno il modo per risolvere le difficoltà”. Così Papa Benedetto XVI durante l’omelia dell’Angelus, ricordando che gli extracomunitari hanno gli stessi diritti delle altre persone e che la diversità religiosa non può mai giustificare la violenza. Il riferimento è anche alla strage di cristiani copti in Egitto di pochi giorni fa. “Occorre che le istituzioni – ha detto il Pontefice – non vengano meno alle proprie responsabilità”.

MARONI ATTACCA LE AUTORITA’ LOCALI. “Purtroppo a Rosarno è avvenuto quello che temevamo”, dice il ministro degli Interni, RobertoMaroni,in un’intervista a Maria Latella su Sky Tg24. Il titolare del Viminale ha attaccato le autorità locali e territoriali: “Dopo dieci anni senza far nulla sono nate comunità di extracomunitari che erano delle vere e proprie bombe innescate. Queste situazioni le abbiamo ereditate e sono frutto di tolleranza sbagliata, ma ci sono responsabilità diffuse che non intendiamo più tollerare. In Calabria lo Stato c’è: interverremo nel Sud per supplire alle mancanze locali”. Sull’ipotizzata ombra della ‘Ndrangheta nelle proteste di Rosarno, Maroni non si sbilancia: “È una delle piste possibili. Le indagini sono in corso, ma credo che quanto avvenuto abbia tanti responsabili”. Infine spiega che, come prevede la legge, gli immigrati trasferiti nei centri di Crotone e Bari che risultino clandestini verranno espulsi.

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