Omicidio Tommasino, decreto di fermo per il boss D’Alessandro

di Redazione

Luigi TommasinoNAPOLI. La Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha notificato al boss Vincenzo D’Alessandro, un decreto di fermo per l’omicidio del consigliere comunale Luigi Tommasino.

D’Alessandro, considerato a capo del clan camorristico di Castellammare di Stabia, si trova già detenuto nel carcere di massima sicurezza di Favignana, in provincia di Trapani.

“Gino” Tommasino, 43enne, esponente del Partito Democratico, era un ex manager di una marca di orologi, la Sector, poi aveva aperto un negozio di abbigliamento, “Interno 8”, in corso Vittorio Emanuele. Fu ucciso il 2 febbraio da alcuni sicari in un agguatoin viale Europa, poco lontano dalla sua abitazione,davanti agli occhi del figlio di 15 anni.

Lo scorso ottobre sono stati arrestati tre uomini ritenuti affiliati al clan D’Alessandro: Salvatore Belviso, 26 anni, Renato Cavaliere, 37 anni, già detenuto, Raffaele Polito, 27 anni, ritenuto esecutore materiale del delitto, e Catello Romano. Questi ultimi due avevano deciso di collaborare con le autorità, ma Romano, lo scorso 13 ottobreera evaso da una località protetta della Puglia dove era stato accompagnato in attesa di entrare formalmente nel piano di protezione. Poi, dopo alcuni giorni, fu rintracciatoe tratto in arresto.

Il movente del delitto, secondo le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Napoli, è legato al fatto che Tommasino doveva restituire 30mila euro al clan.

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