‘Ndrangheta, altri 27 arresti. Maroni: “In Calabria lo Stato c’è”

di Redazione

carabinieriREGGIO CALABRIA. Dopo i 17 arresti eseguiti a Rosarno contro il clan Bellocco, oggi altre 27 persone sono state raggiunte da ordinanze di custodia cautelare per associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione e traffico di armi e stupefacenti.

I destinatari dei provvedimenti, eseguiti dai carabinieri, appartengono alle cosche Zavettieri e Pangallo-Maesano-Favasuli che hanno la loro zona d’influenza nei territori di Roccaforte del Greco e Roghudi. Tra i due gruppi, in precedenza c’era stata una ‘guerra’, conclusa nel 1998, che aveva provocato 50 morti (la cosiddetta faida di Roghudi) e conclusasi grazie all’intervento del boss Giuseppe Morabito, capo dell’omonima cosca di Africo Nuovo, detto ‘u Tiradrittu. Due delle 27 ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite nelle province di Verbano e Massa Carrara.

L’operazione ”Nuovo potere” ha preso spunto dal tentato omicidio, avvenuto l’8 aprile del 2004, di Teodoro Spanò, di 52 anni, legato alla cosca Pangallo-Maesano-Favasuli, che si salvò grazie all’intervento di una pattuglia dei carabinieri, e l’omicidio avvenuto il 28 settembre di Antonino Pangallo, personaggio di spicco dell’omonima cosca criminale.

COLLEGAMENTI IN SVIZZERA. Sono emersi anche collegamenti con la Svizzera. Tra i personaggi mantenuti in costante osservazione nell’ambito dell’indagine figura infatti anche un soggetto residente nella località svizzera di Briga, in cui, il 26 ottobre 2006, è stato arrestato il capo mafia Fortunato Maesano,originario di Roghudi (Reggio Calabria) e reggente per molti anni della cosca Pangallo-Maesano. Nelle conversazioni telefoniche, affermano gli inquirenti, si parlava di ”cioccolate” per intendere le armi, e di ”cioccolate con nocciole” quando ci si riferiva anche al munizionamento.

MARONI: “IN CALABRIA LO STATO C’E'”. Questaè la risposta migliore che lo Stato può dare dopo i gravi fatti accaduti in quelle zone”. Lo afferma il ministro degli Interni, Roberto Maroni, che sottolinea: “Lo Stato in Calabria c’è, continuerà ad esserci e non darà tregua alla ‘Ndrangheta e ad ogni forma di criminalità”. L’obiettivo ”irrinunciabile” del governo è chiaro per Maroni:”Riportare il controllo dello Stato in tutte le aree del Paese, compresa la Calabria”.

ALFANO: “UNA ANTIMAFIA DEI FATTI”. ”Con le due operazioni portate a termine ieri e oggi nel territorio della provincia di Reggio Calabria e che hanno assicurato alla giustizia numerosi esponenti di spicco delle cosche locali, lo Stato ha segnato un nuovo e importante punto nella battaglia per il definitivo sradicamento, dalla nostra penisola, di ogni forma di criminalità organizzata”. Lo afferma, in una nota, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che aggiunge: “Continua il grande impegno messo in campo da magistrati e forze dell’ordine, supportati dalle incisive norme di contrasto fortemente volute da questo Governo e approvate dal Parlamento nell’ultimo anno. Un’antimafia dei fatti – prosegue il Guardasigilli – che si realizza in un punto di coniugazione ottimale fra acume investigativo e normativo, mirato a conseguire lo straordinario risultato di liberare il nostro Paese da ogni infiltrazione criminale. Il mio plauso e la mia riconoscenza – conclude Alfano – agli uomini delle forze dell’ordine e della magistratura che compongono la squadra Stato”.

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