Malasanità, quattro nuovi casi. Il Pd chiede “Garante della salute”

di Redazione

 ROMA.Il 2010si apre con quattro nuovi casi di presunta malasanità in Italia. A partire dalla morte di due neonati nello stesso reparto di Terapia intensiva di Foggia.

L’ipotesi è che i due piccoli, morti il 18 dicembre e alla vigilia dello scorso Natale, siano deceduti per setticemia. Giorgia Mavilia, riferisce suo padre Mario, era nata il 16 dicembre con un parto cesareo programmato. In seguito a problemi respiratori fu trasferita nel reparto di Terapia intensiva neonatale dove morì due giorni dopo. Nella culla vicina c’era Samuele Volpe, anch’egli nato da un parto cesareo, il quale è morto il 24 dicembre dopo che si è fatto in tempo a battezzarlo, dice il suo papà, Giuseppe. I corpicini sono stati sottoposti ad autopsia di cui non si è appreso il risultato. Al momento trenta persone, personale sanitario e non, risultano indagate. Il direttore sanitario degli Ospedali Riuniti di Foggia, Deni Aldo Procaccini, spiega che la morte dei due neonati è legata a “patologie indipendenti, senza correlazione fra gli eventi. Solo una casualità temporale”. Secondo Procaccini, uno dei bambini ha avuto una enterocolite necrotizzante, una delle complicazioni possibili nei bambini prematuri, mentre per l’altro neonato si parla di polmone umido che fa avanzare l’ipotesi di ipertensione polmonare. Patologie “assolutamente indipendenti”, ha ribadito il direttore sanitario, aggiungendo che anche l’ospedale aprirà un’inchiesta interna per verificare che tutto sia avvenuto correttamente e per tranquillizzare l’opinione pubblica sulla professionalità del reparto.

C’è poi l’ottantenne originario di Molfetta morto dopo essere caduto da una autoambulanza a Bari. Il mezzo di emergenza era partitocon il portellone posteriore aperto, il paziente perdeva l’equilibrio e scivolava verso l’asfalto. Cadeva dalla vettura, urtava la testa e moriva dopo l’ultimo tentativo dei medici del Policlinico di salvargli la vita in sala operatoria.

Altri casi sono quelli di una donna morta di tumore in Trentino dopo che il risultato del pap test non le era stato spedito perché il francobollo non era stato pagato, e un uomo morto d’infarto a Pisa poco dopo essere uscito da un Pronto soccorso.

Episodi che riportano alla ribalta il problema della gestione della Sanità sul territorio, per far fronte al quale arriva la proposta del Pd, contenuta in un disegno di legge depositato da pochi giorni al Senato, di istituire un’Agenzia nazionale del Garante per la salute con il compito di vigilare e verificare la qualità delle cure prestate dal Servizio sanitario nazionale.

PD: “UN GARANTE PER LA SALUTE”. Una situazione che riflette, afferma il presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, Ignazio Marino (Pd), una qualità dell’offerta sanitaria sul territorio che è a ‘macchia di leopardo’, ovvero elevata in alcune regioni e molto carente in altre. Per questo, Marino ha depositato un ddl che prevede la nascita di un’Agenzia nazionale con funzioni di Garante della salute: l’agenzia dovrebbe effettuare controlli e verifiche della qualità delle prestazioni e delle cure offerte. Ma avrebbe anche un potere “concreto”: quello di far chiudere reparti ospedalieri e strutture sanitarie che dovessero risultare “non idonei”.

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