Caso Mills, rinviata la discussione del processo

di Emma Zampella

 MILANO. Avviato ma subito messo in pausa il processo che è diventato un caso.

Il dibattimento per il processo Mills vede coinvolti il premier, Silvio Berlusconi, e il legale brintannico David Mills, accusato di aver accettato circa 600 mila dollari dal presidente del Consiglio, affinché deponesse a suo favore in due procedimenti. Questo cheera stato aperto al Tribunale di Milanoè statorepentinamenterichiuso per decisione del presidente del collegio giudicante, Francesca Vitale, dopo una breve camera di consiglio.

La ripresa dei lavori è fissata per il prossimo 27 febbraio, giorno in cui si sarà già a conoscenza della decisione emessa a carico di Mills, condannato in primo grado ed in Cassazione a quattro anni e mezzo. Tale decisione, che sarà comunicata il giorno 25 del prossimo mese, “è destinata ad avere rilievo sia sulle richieste delle parti sia sulle decisioni del Tribunale”, ha commentato il presidente Vitale.

All’udienza ha preso parte anche Niccolò Ghedini, legale del Cavaliere, a cui è stata respinta la richiesta di dichiarare inutilizzabili tutti gli atti formatisi nel corso del processo fino alla sospensione del Lodo Alfano. E a chi non haperso modo di dichiarare questa una mossa utile a guadagnar tempo, l’avvocato del premier ha risposto: ”Abbiamo dimostrato di non voler utilizzare nessuna tattica dilatoria, visto che siamo stati noi stessi a chiedere di sospendere i termini di prescrizione, cosa che non era necessaria visto che è stato lo stesso tribunale a suggerire un rinvio in attesa della sentenza della cassazione su David Mills”.

Ghedini però non ha esitato a commentare che “la decisione presa consentirà di ravviare il processo con maggiori elementi e con più cognizione delle cose”. Il processo, quindi, non ripartirà da zero, ma riprenderà il via dal punto in cui è stato intrerrotto, non lasciando spazio a polemiche.

Nel frattempo, potrà essere approvata la normativa relativa al processo breve a cui il legale Ghedini ha risposto che si confida di chiudere nel merito il processo, confidando nell’innocenza dellegale, che uscirà sicuramente immune dalla vicenda.

I due protagonisti si trovano infatti insieme sul banco degli impatti per il reato contestato che sarebbe stato commesso tra il 1998 e il 2000, periodo in cui la somma, accusata come presunta tangente pagata dal Cavaliere, sarebbe stato utilizzato dal presidente Berlusconi per scopi personali.

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