Brunetta: “Cambiare anche prima parte della Costituzione”. Insorge opposizione

di Redazione

Renato BrunettaROMA. “Che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro non significa assolutamente nulla”. Il ministro Renato Brunetta, parlando di riforme, propone di modificare non solo la seconda ma anche la prima parte della Costituzione, a partire dall’articolo 1.

Una proposta, quella del titolare della Pubblica amministrazione, che ha scatenato dure reazioni dall’opposizione. Secondo il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti (Pd), “l’uscita del ministro Brunetta, l’ennesima da parte della maggioranza che dice cose diverse e spesso opposte, conferma la necessità di un chiarimento condiviso sugli obiettivi e le finalità che ci si propongono. La modifica della prima parte della Costituzione – aggiunge Chiti – non è all’ordine del giorno. Non siamo disponibili. Anzi, le modifiche nella seconda parte devono essere assolutamente coerenti con i principi guida della Costituzione. Se la linea della destra è quella di Brunetta – conclude il vicepresidente del Senato – il discorso sulle riforme diventa non possibile intesa ma sicuro scontro”.

Arriva anche il commento diAntonio Di Pietro: “Come volevasi dimostrare: dai un dito e si fregano il braccio. – dichiara il leader dell’Idv – All’indomani dell’invito del Presidente della Repubblica a collaborare per riformare la seconda parte della Costituzione, subito la maggioranza, a cominciare dal ministro Brunetta, si affretta a chiedere di cambiare addirittura l’articolo 1 della Costituzione. È il solito disegno di stampo piduista portato avanti dal governo Berlusconi e dalla sua maggioranza hanno cominciato dalla giustizia, depenalizzando ciò che prima era reato e proponendo leggi ad personam, per continuare con il lavoro, visto che non riescono a garantire quello che avevano promesso a centinaia di migliaia di lavoratori che oggi si ritrovano in uno stato di assoluta povertà”.

Intanto, continuano le prove di dialogo sulle riforme, anche dopo l’appello del presidenteGiorgio Napolitano nel discorso di fine anno. “Da contatti informali – confermano in una nota congiunta il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, e il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri – abbiamo tratto l’impressione che sia possibile riavviare un confronto partendo da molte proposte giacenti nella commissione Affari costituzionali del Senato e, in particolare, dalla cosiddetta bozza Violante. Anche se occorre a nostro parere ridiscutere a fondo i poteri e l’elezione del premier e diversi altri aspetti che non ci lasciano pienamente persuasi, soprattutto in riferimento alla soluzione di legge elettorale indicata”. I due esponenti del Pdl concludono: “Convinti però come siamo che con le chiacchiere non si vada lontano, restiamo aperti a un confronto soltanto ed esclusivamente sui fatti, partendo anche da basi limitate, per arrivare poi con il tempo, se prevarrà la buona volontà, a risultati maggiori”.

E riguardo alla proposta di Brunetta, lo stesso Bonaiuti, in un’intervista a SkyTg24, commenta: “Io sono del parere che non bisogna mai mettere troppa carne al fuoco, però tutto si può vedere. Dello stesso avviso il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli: “Io non sono un entusiasta dell’articolo 1 della Costituzione, ma esso fa parte della nostra storia e penso che se si vogliono fare le riforme adesso bisogna limitarsi a cambiare la seconda parte della Costituzione. C’è poi un rischio grave – aggiunge il coordinatore delle segreterie della Lega – ed è quello che a voler far tutto si finisce con il far nulla. Visto che sta emergendo un desiderio diffuso, che pare sincero, di cambiare le cose, io dico: limitiamoci a cambiare la seconda parte della Costituzione”.

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