Brigate Rosse, arrestato il figlio di uno dei fondatori

di Redazione

Manolo Morlacchi (foto dal sito www.vuotoaperdere.org)ROMA.Due persone sono state arrestate lunedì mattina dalla sezione Antiterrorismo della Digos di Roma, in collaborazione con i colleghi di Milano,con l’accusa difar parte delleNuove Brigate Rosse.

Si tratta di Manolo Morlacchi e di Costantino Virgilio, entrambi che lavoravano per una agenzia di gestioni archivi, il primo con funzioni dirigenti, l’altro come dipendente. Già lo scorso giugno furono perquisite le loro abitazioni, da dove in mattinata sono stati prelevati dagli agenti.

Manolo Morlacchi, 39 anni, milanese, laureato in Storia con una tesi proprio sulle Brigate Rosse, è il figlio di Pietro Morlacchi, storico brigatista che nell’estate del 1972 fondò il primo esecutivo delle Brigate Rosse con Renato Curcio, Alberto Franceschini, Mario Moretti e Piero Morlacchi. Nel 2007 scrisse anche un libro sul padre, “La fuga in avanti – La rivoluzione è un fiore che non muore”.

 Nell’operazione di giugnovennero arrestate cinque persone, ancora oggi in carcere, e recuperata una documentazione informativa che attestava l’intenzione del gruppo “per il comunismo Brigate Rosse” di riprendere la lotta armata e che doveva essere distribuita agli altri componenti dell’organizzazione.

Documentazione crittografata a livelli militari, secondo gli esperti, con il codice Pgp (“Pretty Goog Privacy”), che sarebbe stato utilizzato anche per redigere il volantino di rivendicazione del fallito attentato del 26 settembre 2006 alla caserma “Vannucci” di Livorno, firmato proprio dall’organizzazione “per il Comunismo Brigate Rosse”. Nei file veniva spiegato ai sodali come usare il codice Pgp.

La svolta nelle indagini era arrivata grazie una chiamata, partita da una cabina telefonica, intercettata a febbraio del 2007 e attribuita a Luigi Fallico, arrestato a Roma e considerato il capo del gruppo. In una delle telefonate intercettate, in particolare Fallico parlava di un attentato alla Maddalena nei giorni del G8. Oltre a Fallico, finirono in manette Bruno Bellomonte, rappresentante di spicco dell’indipendentismo sardo, e Bernardino Vincenzi, mentrea Genovafurono arrestati Riccardo Porcile e Gianfranco Zoja.

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