Iran, i parlamentari europei annullano la visita

di Redazione

AhmadinejadTEHERAN. Rinviata la missione del gruppo di parlamentari europei in Iran, prevista dal 7 all’11 gennaio. A comunicarlo è stato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Ramin Mehman-Parast.

Il portavoce iraniano ha detto che la nuova data della missione sarà “decisa in base ad un accordo bilaterale”. Ufficialmente, il motivo del rinvio è legatoalla”necessità di fare gli opportuni preparativi per far sì che la visita favorisca il raggiungimento dei massimi livelli di cooperazione parlamentare costruttiva fra Teheran e l’Unione europea”.

In realtà,dietro ci sarebbe il rifiutodei politici europei,o almeno di una parte di essi, contrari a recarsi nelPaese islamico dopo le repressioni delle proteste di piazza e mentre Teheran rischia sanzioni per il suo programma nucleare, ritenendo, inoltre, che l’iniziativa possa essere strumentalizzata dal regime di Ahmadinejad. Tra l’altro, gli Usa, attraverso un gruppo di deputati democratici e repubblicani, ha fatto pressioni chiedendo, in una lettera, al presidente del Parlamento europeo di annullare la visita. La ferma volontà di partire era invece stata espressa dalla presidente della delegazione, la verde Barbara Lochbihler. Della delegazione avrebbero dovuto far parte anche cinque europarlamentari italiani: tre del Pdl – Marco Scurria, Salvatore Tatarella e Potito Salatto – che si erano già dissociati nei giorni scorsi, Sergio Cofferati del Pd e Pino Arlacchi dell’Idv.

FA AUGURI AD ISRAELE, COSTRETTO A DIMETTERSI. Intanto,si è dimesso ilportavoce della federazione iraniana di calcio, Mohammad Mansour Azimzadeh Ardebili. Il suoè stato un “errore” che in Iran può costare caro: l’invio di auguri di buon anno nuovo alla federazione calcistica israeliana. Ardebili aveva inviato il messaggio attraverso la Fifa (federazione mondiale del calcio), destinato a tutte le federazioni nazionali, tranne Israele. Ma, per un errore o un disguido (almeno queste le giustificazioni), la lettera è giunta anche ai dirigenti calcistici dello stato ebraico, che l’Iran considera il “nemico numero uno”.

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