Camorra, Cassazione conferma condanne per i vertici dei Casalesi

di Redazione

da sin. Francesco Schiavone e Francesco BidognettiCASAL DI PRINCIPE. La Cassazione conferma tutte le condanne inflitte in appello, nel 2008, nei confronti dei boss del clan dei Casalesi nel processo “Spartacus”, iniziato nel luglio 1998.

Confermate, quindi, per i 24 imputati i 16 ergastoli e le 8 condanne a pene inferiori dai 2 ai 30 anni, per reati, a vario titolo, che vannodall’associazione a delinquere di stampo mafioso all’omicidio all’estorsione, al porto abusivo di armi. Nel dicembre scorso il pg aveva chiesto la conferma della sentenza emessa nel giugno 2008 dallaprima sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli. In primo grado, i giudici della Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere avevano comminato a 16 imputati altrettanti ergastoli.

Tra i condannatiFrancesco Schiavone, 54 anni, detto “Sandokan”, Francesco Bidognetti, detto “Cicciotto ‘e mezzanotte”, il fratello di “Sandokan”, Walter Schiavone, detto “Walterino” (famoso per la sua villa in stile Scarface), e il cugino omonimo Francesco Schiavone,55 anni, detto “Cicciariello”, Giuseppe Caterino, Vincenzo Zagaria, Cipriano D’Alessandro, Antonio Basco, Nicola Pezzella, Carmine Schiavone, Guido Mercurio, Raffaele Diana, Enrico Martinelli, Alberto Di Tella, Vincenzo Della Corte, Alfredo Zara, Giuseppe Diana, Sebastiano Panaro, Luigi Venosa, oltre che per i atitanti Michele Zagaria, Antonio Iovine, detto “‘O Ninno”,Mario Caterino e Corrado De Luca.

Il processo”Spartacus” (dal nome dello schiavo che capeggiò la rivolta contro l’Impero romano e che nelle intenzioni dagli inquirenti Antimafia doveva simboleggiare la ribellione allo strapotere della cosca) è uno dei più importanti processi contro la malavita organizzata, al pari del maxiprocesso di Palermo contro la mafia di Cosa Nostra, conoltre mille gli indagati.

IL GIUDICE MAGI: “UNA GIORNATA DA RICORDARE”. “Una giornata da ricordare” per il giudice Raffaello Magi, estensore della sentenza di primo grado di Spartacus I, il primo maxiprocesso contro il clan dei Casalesi, quello in cui per la prima volta dopo la sentenza Bardellino nel 1986, venne contestato il 416 bis ai vertici dell’organizzazione camorrista, ricostruendo la scalata al potere di Francesco Schiavone fino al 1993 e la forte struttura della “famiglia” simile a quella della mafia siciliana. “Sono molto contento, sono più che soddisfatto – dice Magi all’Agi – eravamo in attesa sia noi del collegio giudicante di primo grado sia i magistrati che allora condussero le indagini. Ero teso, perchéè naturale fino a quando non c’é la parole ‘fine’. Ora sappiamo di aver lavorato bene”.

da Tv Luna 2

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