Chirico, la vicenda approda in Parlamento

di Antonio Taglialatela

 CASERTA. I cinquanta dipendenti del pastificio Chirico di Teverola si sono riuniti martedì mattina nell’aula consiliare della cittadina aversana…

… per un incontro a cui hanno partecipato il deputato del Pd Stefano Graziano, il segretario generale della Flai Cgil Caserta, Angelo Paolella, e l’ex sindaco Biagio Lusini. Si è discusso della lettera attraverso cui il commissario liquidatore dell’azienda ha comunicato agli operai l’avvio della procedura di mobilità, oltre al fatto che nella giornata di domenica la proprietà dell’azienda aveva tentato di portare via i macchinari dalla fabbrica. Un episodio da cui è scaturita una nuova occupazione dello stabilimento da parte dei lavoratori.

Stefano GrazianoEppure nei mesi scorsi sembravano essersi aperti degli spiragli per i 50 dipendenti che da oltre un anno sono senza lavoro. In primis, la Regione Campania aveva concesso la proroga fino al prossimo 31 dicembre della cassa integrazione. Nel frattempo, dovevano essere create le condizioni per far acquisire l’azienda a nuovi imprenditori, dopo due bandi di vendita andati deserti, soprattutto a causa del valore assegnato allo stabilimento, che una perizia di parte ha quantificato in 17 milioni di euro, cifra “sovrastimata” secondo sindacati e operai e che tende ad allontanare eventuali acquirenti.

E’ stato dunque invocato un intervento delle istituzioni. Invito raccolto dal deputato teverolese Stefano Graziano che ha annunciato un’interrogazione parlamentare sulla vicenda. “La situazione in cui verte la Chirico – ha detto Graziano – non è figlia della crisi economica poiché il settore di produzione della pasta è fra quelli in rialzo negli ultimi anni, come testimoniano le statistiche. Nella circostanza, inoltre, la Chirico era fino a prima della chiusura decisa dai proprietari un’azienda florida, con commesse da tutto il mondo, che lavorava sette giorni su sette. Pertanto, – ha concluso il parlamentare teverolese – è ipotizzabile qualche strana manovra finanziaria su cui dobbiamo necessariamente fare chiarezza”.

“L’obiettivo – ha aggiunto Paolella – era quello di garantire con la cassa integrazione uno stipendio ai lavoratori almeno per un anno e, nel frattempo, trovare una soluzione affinché andasse a buon fine la vendita dell’azienda. Ma qualcuno si sta ‘intrufolando’ in questa procedura per aprire l’iter fallimentare e mandare a casa gli operai”.

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