Pastena: “Giù le mani da Teverolaccio”

di Redazione

Vincenzo Pastena SUCCIVO. L’Italia dei Valori di Succivo chiarisce alcuni punti fondamentali e risponde alle illazioni rivolte all’assessore Vincenzo Pastena in occasione dell’ultimo Consiglio Comunale, previsto per il 14 dicembre ma rinviato.

“Sono stato accusato – afferma Pastena, assessore ai lavori pubblici ed all’urbanistica – di non essere arrivato in tempo alla seduta dell’ultimo Consiglio Comunale. Ci tengo a precisare innanzitutto che non ero, certo, l’unico assente al momento della conta. Come me non erano presenti né il sindaco Franco Papa né l’assessore Antonio D’Errico, considerato, anche, che il capogruppo consiliare, Gaetano Lampitelli, era già presente nel civico consesso. Ma, oltre a questo dato di fatto, ciò che bisogna sottolineare è che, più volte, ho messo in evidenza la mia difficoltà di essere presente e puntuale nei giorni dispari alle ore 18 visto che, nell’esercizio della mia professione di avvocato, ricevo i clienti proprio in quei giorni e a quell’ora e, paradossalmente, è già la seconda volta che il Consiglio Comunale viene convocato il Lunedì alle 18. Ma certo che si tratti solo ed esclusivamente di una coincidenza, non posso non evidenziare che è strano accusare di non essere presente deliberatamente chi, come me, avrebbe avuto tutto l’interesse ad esserlo e di discutere dell’argomento riguardante la gestione del casale di Teverolaccio previsto, appunto, dal consiglio comunale in questione”.

“Purtroppo però – ha continuato Pastena – il Consiglio è stato convocato senza alcuna riunione di maggioranza, cosa che ha impedito, a me e a tutti gli altri, di conoscere le proposte di delibera di cui si sarebbe discusso”. Riguardo all’argomento più importante, relativo al Casale di Teverolaccio, Pastena ha precisato che “a questo proposito, già nella mattinata di lunedì, avevo richiesto al segretario comunale un parere di legittimità e proposto un’alternativa modificando un’unica riga della suddetta delibera. Ho precisato, infatti, che al Casale si possano svolgere tutte le attività ad eccezione ‘della somministrazione di alimenti e bevande alcoliche e non’. E questo in coerenza con i valori su cui si fonda da sempre il nostro partito. Già nel documento da noi redatto lo scorso mese di giugno avevamo precisato, infatti, che il Casale, così come tutte le altre strutture pubbliche, devono essere gestite con trasparenza e con bandi pubblici. Tra l’altro la legge prevede che l’affidamento di qualunque bene suscettibile di valutazione economica debba prevedere un bando o una procedura di evidenza pubblica”.

“E la nostra convinzione si basa sulla idea della Corte di Giustizia della Comunità Europea per cui l’assenza di fini di lucro non esclude che il soggetto che gestisce un bene pubblico eserciti un’attività economica in concorrenza con altri operatori. Se il progetto Terra Felix di Legambiente che noi abbiamo condiviso fin dall’inizio, poiché convinti della sua eccellenza e pregnanza sociale, non è più fondato, però, su attività culturali ma trova la sua base fondamentale in un’ attività di ristorazione, questo fa sì che si trasformi in un’attività economica a tutti gli effetti”.

“E’ per questo che l’Idv non vede perché non si debba prevedere un bando pubblico per la gestione del Casale e perché chi lo gestirà non debba pagare un canone al Comune. Non dobbiamo dimenticare, tra l’altro, che il nostro campo sportivo versa tuttoggi in uno stato di abbandono e che l’organo preposto, senza alcuna richiesta espressa, di sua iniziativa ha emesso un parere di illegittimità sull’affidamento a chi voleva pagare un canone di novemila euro, solo per un vizio di forma, dopo l’esperimento di tre bandi di gara e di procedura di pubblica evidenza, e che questo fa sì che i cittadini abbiano sulle spalle le spese di un bene pubblico ormai degradato”.

“Non vediamo, dunque, perché il Casale, che è un bene ben più importante, debba essere destinato alla ristorazione senza che chi lo gestisce e garantisce lo stipendio ai dipendenti debba versare alcuna somma al comune. L’Idv sostiene invece la necessità che sia una Fondazione, costituita ad hoc per il Casale di Teverolaccio, con una partecipazione di quote che resterà per il 51% in capo all’Ente Comune a garantire la gestione unitaria di un bene e che solleciti la partecipazione per il restante 49% di chiunque ne abbia interesse”.

“Leggendo dunque gli avvenimenti – ha concluso Pastena – è chiaro che l’Idv aveva tutto l’interesse ad essere presente all’ultimo consiglio comunale e a discutere dell’argomento. Si è trattato solo ed esclusivamente di una spiacevole coincidenza”.

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