Mostra del pittore atellano Ettore D’Errico

di Redazione

Ettore D’ErricoORTA DI ATELLA. “Tavolozza d’Autore. Emozioni diverse”: E’ questo il titolo della esposizione antologica del pittore atellano Ettore D’Errico che sarà inaugurata mercoledì 23 dicembre ’09, alle ore 18, ad Orta di Atella.

La mostra, che sarà allestita nei suggestivi locali del Chiostro del Convento Francescano di San Donato V. e M. in Via San Salvatore da Horta, resterà aperta al pubblico sino al prossimo 4 gennaio. L’iniziativa, peraltro, si avvale del patrocinio del Comune di Orta di Atella. Ettore D’Errico, eclettica figura d’artista, vanta una ultradecennale esperienza in campo artistico. Ha al suo attivo numerose mostre che lo hanno portato spesso in giro per l’Italia. La sua pittura ha riscosso numerosi plausi della critica che non ha mancato di assegnare all’artista atellano riconoscimenti e menzioni speciali.

“Ciò che s’afferma con evidenza nella pittura di Ettore D’Errico – ha commentato con il rigore scientifico che lo contraddistingue il critico d’arte Rosario Pinto – è certamente il valore della continuità: ciò che appare, al primo impatto, come una manifestazione di coerenza espressiva che ha inteso mantenersi fedele, nel corso del tempo, ad un ideale di pittura che, certamente, non potrà mai essere dichiarato fuori tempo per il semplice motivo che coglie delle cose che ci circondano il dato della loro esistenza”.

“In funzione di ciò – aggiunge Pinto, tra l’altro direttore della Pinacoteca d’arte contemporanea ‘Stanzione’ di Sant’Arpino – Ettore D’Errico costruisce una pittura che si caratterizza per l’impianto disegnativo emergente come struttura e come giustificazione logica dell’impostazione compositiva. Il colore gioca, poi, la sua parte attiva manifestandosi come gioia tumultuosa di campiture dai forti accenti decisamente timbrici.Più difficile appare la determinazione di puntuali referenze stilistiche, che il pittore, d’altronde, non intende perseguire, teso com’è, piuttosto, a realizzare la sua pittura come libera manifestazione espressiva, come esternazione entusiasta d’un mondo interiore che urge nell’animo e di cui avverte la necessità psicologica di produrre una forma”.

Ed allora, D’Errico si rivolge alla realtà che lo circonda, un mondo feriale del quale disegna il profilo emergente delle cose e degli affetti, conferendo stabilità d’immagine ad un flusso di pensieri che rapidamente attraversa la mente e che viene bloccato nell’hic et nunc d’un ineffabile bagliore. Il colore, quindi, non può non essere il protagonista vero di questa pittura, il colore che si diffonde con ampiezza e permea le forme d’una scansione del reale entro cui prendono corpo, man mano, anche le fantasie più riposte dell’autore, in un empito di immagini che talvolta propongono atmosfere disfratte di luce entro cui affondano volti, paesaggi, nature morte ecc.

“E’ una pittura onestaquella di Ettore D’Errico – conclude Pinto – una pittura che si propone con semplicità ed intensità, come espressione, soprattutto, d’un amore sincero e convinto per l’arte e come frutto d’una sensibilità creativa che cerca di trovare la sua via proponendosi come costante ricerca d’un equilibrio sempre più dinamico e propositivo”.

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