‘Ndrangheta, Dia confisca beni per oltre 2 milioni di euro

di Redazione

Dia REGGIO CALABRIA. Continua serrata la lotta volta all’aggressione ai patrimoni riconducibili alle organizzazioni di tipo mafioso da parte degli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria.

Nelle ultime ore sono stati eseguiti tre provvedimenti ablativi che hanno colpito soggetti i cui beni, ritenuti di provenienza illecita, si trovano ubicati per la maggior parte nel nord Italia. Eseguiti, infatti, provvedimenti di confisca emessi dalla locale Corte di Appello a beni nella disponibilità di Casimiro Silvera Darnich, Antonio Vincenzo Bastone e Salvatore Domenico Tassone.

Il primo, nativo di Montevideo (Uruguay), 63 anni, risulta essere stato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere il 21 ottobre 2005, nell’ambito dell’operazione “Ciaramella” condotta dal Ros dei Carabinieri di Reggio Calabria, in quanto ritenuto uno dei principali responsabili dell’organizzazione mafiosa, al cui interno spiccavano elementi organici alla cosca capeggiata dal noto Giuseppe Morabito, alias “U Tiradrittu”, egemone nella zona di Africo, per quanto riguardava il flusso di narcotici nella città di Milano. Secondo quanto emerso dalle indagini, era l’uruguayano che si adoperava per contattare sia i narcotrafficanti sudamericani e spagnoli (con cui definire le modalità di approdo sul territorio italiano dello stupefacente richiesto), sia i responsabili della cosca mafiosa (per provvedere all’approvvigionamento di droghe anche nella provincia reggina), preoccupandosi, dopo il materiale trasferimento della droga, alla sua diffusione al dettaglio nella città di Milano, attraverso una fitta schiera di fiancheggiatori.

Con sentenza della Corte di Appello di Reggio Calabria, del febbraio 2007, diventata definitiva nell’aprile 2008, Darnich veniva condannato alla pena di 7 anni e 4 mesi di reclusione per il reato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Da poco però riacquistato la libertà. Nei suoi confronti, rilevata una notevole sperequazione tra beni posseduti e redditi dichiarati, sono stati sottoposti a confisca tre appartamenti ed altrettanti box-autorimesse ubicati a Milano, in Corso Lodi, un’autovettura Bmw X3 ed un motociclo nonché numerosi rapporti di conto corrente, dossier titoli e polizze vita, per un valore complessivo di 1 milione e mezzo di euro.

Antonio Vincenzo Bastone, nato a Torino, 37 anni, ma domiciliato a Mazara del Vallo (Trapani), è stato anch’egli condannato con sentenza del giugno 2007 della Corte di Appello di Reggio Calabria, diventata definitiva in data 6 maggio 2008, alla pena di 10 anni di reclusione per associazione a delinquere volta al traffico di sostanze stupefacenti. Bastone, attualmente in stato di libertà, è figlio del più noto Giovanni Bastone, 66 anni, di Mazara Del Vallo, con numerosi precedenti per contrabbando, associazione mafiosa, omicidio, violazione alla normativa sulle armi e diverse condanne pesanti, tra cui quella inflitta dal Procuratore Generale di Palermo nel novembre 2001 all’ergastolo per cumulo pene ed analoga sanzione emessa nell’aprile 2007 con in aggiunta 8 mesi di isolamento diurno. Anche nei suoi confronti sono stati sottoposti a confisca un appartamento ed annesso box auto ubicato nel centrale corso Peschiera di Torino dal valore di circa 500mila euro.

Con provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria sono stati infine sottoposti a sequestro una ditta agricola e 7 autoveicoli ed automezzi aziendali nei confronti diSalvatore Domenico Tassone, 61 anni, imprenditore nativo di Sorianello (Vibo Valentia), domiciliato a Polistena, dal valore stimato pari a 350mila euro. Tassone risulta dagli inquirenti in contatto con numerosi esponenti della criminalità organizzata locale, in particolare con esponenti delle cosche “Longo-Versace” di Polistena, ma anche, per vincoli parentali, con gli Alvaro di Sinopoli e Ierino di Gioiosa Ionica. E’ stato condannato ad 8 anni di reclusione dalla Corte di Assise di Palmi, ridotta a 7 anni e 4 mesi dalla Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria in data 23 ottobre 2000, con sentenza diventata definitiva il 3 luglio 2001 per i reati di omicidio ed occultamento di cadavere nonché da ultimo a 8 anni e 8 mesi di reclusione dal Gup presso il Tribunale di Reggio Calabria per associazione mafiosa finalizzata al controllo degli appalti pubblici relativi ai lavori di ammodernamento dell’autostrada A/3 Salerno-Reggio Calabria. Nei suoi confronti la Dia, sulla base di complessi accertamenti patrimoniali, aveva già proceduto nel luglio 2007 e nel maggio 2008 al sequestro di beni per un valore complessivo di circa 50 milioni di euro, attesa l’esistenza di numerosi indizi atti ad evidenziare una notevole sperequazione tra i redditi di Tassone e l’ingentissimo patrimonio accumulato in circa un ventennio dallo stesso, ritenendolo frutto di attività illecite.

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