Bossi: “Rivedere legge su pentiti”. Polemica Lega-Tettamanzi

di Redazione

Umberto BossiMILANO. “Se va rivista la legge sui pentiti? Per me si”. Lo ha detto il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, a margine di una visita al presepe di Palazzo Marino, sede del Comune di Milano.

“Berlusconi non penso vada in giro a mettere bombe. Diciamo che la mafia si è un po’ arrabbiata perché noi abbiamo fatto leggi pesantissime contro la mafia e quindi si è mossa e si sta muovendo”, ha affermato il leader della Lega fiferendosi all’ultima vicenda giudiziaria riguardante il premier Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri, accusati di essere coinvolti nelle stragi di mafia del ’93, alla luce delle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza.

Sulle recenti tensioni tra Fini e Berlusconi, il senatùr pensa che “alla fine tutto si sistemerà. Alla fine tutti stanno dove sta la Lega”. Mentre sulle riforme, ritiene che “quando è possibile è meglio farle insieme all’opposizione. Le leggi costituzionali non sono leggi ad personam, ma servono solo a migliorare il Paese”.

POLEMICA SU OMELIA DI TETTAMANZI. Intanto, è polemica tra laLega e l’Arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi dopo l’omelia dello stesso cardinale, in vista della festa di Sant’Ambrogio, con critiche alla giunta Moratti e alle istituzioni sui recenti sgomberi di campi rom. Domenica scorsa il quotidiano del Carroccio, “La Padania”, siè rivolto a Tettamanzi con l’appellativo di “onorevole”, chiedendosi: “Ma è un vescovo o un imam?”. Ma a gettare acqua sul fuoco ci ha pensato Bossi: “Io leggo poco la Padania. – dice Bossi- Però la gente, oltre alla cristianità, dà un peso molto alla tradizione. La tradizione va difesa anche con il presepe che va messo in tutti i luoghi, nei Comuni e nelle scuole. Non penso serva una legge, ma bisogna tutelare le nostre usanze. Se si fa venire nel nostro Paese troppa gente, ognuno porta le proprie tradizioni e rischia che non resti niente delle nostre. La gente oltre alla cristianità dà peso alla tradizione e si sente sicura quando la tradizione è rispettata”.

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