Rifiuti, da Casaluce non ci stanno e scrivono: “Qui è Frignano”

di Redazione

Lucio SantarpiaFRIGNANO. “Qui è Frignano”. Questa la scritta comparsa su alcuni manifesti fatti affiggere (con molta probabilità da esponenti politici casalucesi) sui piloni della superstrada che idealmente separa, tagliando da nord a sud il territorio, il comune di Frignano da quello di Casaluce.

Il perché di questa precisazione è presto detto. Casaluce è uno dei comuni per i quali il ministro Maroni dovrà decidere in questi giorni il commissariamento, proposto da Bertolaso, per la incapacità manifestata nella gestione dei rifiuti. La strada al confine (la terra di nessuno) fra i due comuni è una discarica a cielo aperto da anni e i casalucesi chiedono che Frignano e la sua amministrazione si assumano la responsabilità dell’immondizia che è stata sversata, nell’ultimo quinquennio, proprio sul lato frignanese della strada.

L’affissione ha destato stupore, sorpresa e (celata) ira negli ambienti amministrativi di Frignano. Silenzio per ora da parte del sindaco Santarpia che in strada e ai collaboratori precisa: “Non siamo noi quelli su cui si è abbattuta la mannaia del probabile commissariamento”. Soltanto una scaramuccia fra vicini o un affare che potrebbe procurare preoccupazioni in un futuro prossimo? Non è facile dirlo.

Per ora, l’amministrazione frignanese non teme alcun problema su questo fronte e si prepara a scontrasi con ben più gravi incombenze. Allo studio, da parte delle opposizioni, ci sarebbe infatti un ricorso avverso la concessione della palestra delle elementari all’Università di Napoli. L’ennesimo, ma stavolta fondato e supportato dalle carte. Il comodato tra comune e facoltà di architettura (sempre il solito affare Benecon) sembra vacillare alla luce della scoperta di una delibera della Corte dei Conti veneta (la numero 33 del 22 aprile 2009) con la quale l’organo che vigila sui conti delle amministrazioni pubbliche esprime parere negativo riguardo un analogo comodato, siglato in veneto fra un comune ed una facoltà locali. Motivo del diniego: l’assenza di un vantaggio di carattere economico per l’ente. Ed ora Santarpia è in apprensione per l’unica vera opera messa appunto dalla sua amministrazione in questi tre anni.

inviato da Ulisse Farese

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