Copenaghen, gli Usa rilanciano: 100 miliardi per Paesi poveri

di Redazione

Hillary ClintonCOPENAGHEN. Il negoziato sul clima in corso a Copenaghensembra destinato al fallimento. Gli Usaperò mettono sul piatto 100 miliardi di dollari all’anno fino a 2020 per aiutare i Paesi poveri ad adottare tecnologie pulite che frenino il surriscaldamento climatico.

Una mossa che rappresenta una risposta alla Cina che, sostenuta da India, Brasile e da altri Paesi emergenti, finora ha accusato l’Occidente di essere poco generoso negli aiuti ai Paesi più poveri per sviluppare le tecnologie verdi, mentreWashington, dal canto proprio, afferma che sono stati loro ad essersi rimangiati gli impegni già presi.Inoltre,i Paesi in via di sviluppo hanno accusato la Danimarca di mancanza di trasparenza per aver utilizzato un linguaggio per l’accordo senza aver consultato tutte le parti in causa.

SARKOZY: “UN FALLIMENTO SAREBBE CATASTROFICO”. In questa contesa ci va di mezzol’Europa, che avverte il rischio – catastrofico, secondo le parole del presidente francese Sarkozy – di un fallimento. “Chi si prenderà il rischio di far fallire questo accordo internazionale, resterà isolato e si assumerà una responsabilità storica che non potrebbe sopportare”, ha detto il capo dell’Eliseo.

CLINTON: “CINA E PAESI EMERGENTI HANNO FATTO MARCIA INDIETRO”. La disponibilità degli Usa a finanziarie 100 milioni di dollari è stata annuniciata dal segretario di Stato, Hillary Clinton, la quale ha spiegato che il contributo si realizzerebbe nel caso “di un forte accordo” tra tutte le più importanti economie per mitigare gli effetti dei “gas serra”. Ma il capo della diplomazia americana ha accusato anche esplicitamente le grandi economie emergenti (in primis la Cina) di avere fatto “marcia indietro” sulla trasparenza per l’applicazione dei loro impegni in materia di lotta al cambiamento climatico, rilevando che la mancanza di trasparenza è inaccettabile in qualsiasi accordo internazionale. Clinton ha ricordato le posizioni già concordate dalla Cina al G8 e nella dichiarazione congiunta sul clima fatta dal presidente Usa e dal presidente cinese durante la recente visita di Obama in Cina.

IN ARRIVO OBAMA E WEN JIBAO. A metà giornata è prevista la conferenza stampa del premier cinese, Wen Jiabao, arrivato mercoledì a Copenaghen. Jiabao aveva detto che la sua presenza è un segno dell’importanza che Pechino attribuisce al summit. E venerdì sbarcherà nella capitale danese anche l’altro grande protagonista, il presidente Usa, Barack Obama. Al lavoro per cercare di arrivare a un risultato positivo, Obama ha parlato nelle ultime ore al telefono con il suo omologo brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, che interverrà oggi dinanzi al plenum.

NEGOZIATI AVANTI SOLO SU DUE DOCUMENTI. Intanto, il primo ministro danese, Lars Lokke Rasmussen, ha rinunciato a presentare una bozza di accordo. I negoziati proseguiranno solo su due documenti. Il primo è il “Kyoto track” chesi propone di sostituire il Protocollo di Kyoto e include tutti gli impegni di riduzione dei livelli di emissioni di CO2 e il meccanismo di verifica degli impegni assunti da tutti i Paesi, inclusi (per la prima volta) quelli in via di sviluppo. L’altro è il “Long term commitment actions” (Lca), che include le iniziative per l’adattamento e il mitigamento climatico, la lotta alla deforestazione, gli interventi per l’agricoltura e la questione chiave dei finanziamenti, sia immediati che a medio lungo termine per i Paesi più poveri.

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