CANCELLO ED ARNONE. Neppure a Natale trova pace il comparto dellallevamento bufalino in provincia di Caserta e segnatamente nel Basso Volturno ove è concentrato il maggior numero delle aziende produttive.
Fra le cause dellinterminabile tormento resta la profilassi della brucellosi. Di qui un ennesimo intervento dellavvocato Raffaele Ambrosca, presidente della Lab (Lega allevatori bufalini), che, in una nota indirizzata ai vertici istituzionali competenti (Commissario di Governo per lemergenza-brucellosi presso lIstituto zooprofilattico (Izs) del Mezzogiorno e Asl di Caserta), espone quanto si sta verificando in attuazione di apposite ordinanze del Tar-Lazio emesse a seguito di vari ricorsi proposti da aziende operanti nel settore e cioè una strana e incredibile disparità decisionale da parte degli Organi chiamati a provvedere.
Più precisamente, il predetto Tar, disponendo, sulla base dei ricorsi presentati, la sospensione degli abbattimenti dei capi giudicati sieropositivi, aveva ordinato lapplicazione di innovative modalità di accertamento peraltro dettate, nel luglio scorso, anche dalla Giunta regionale campana.
Modalità consistenti nel procedere ad effettuare nuovi prelievi sugli animali che alle prove eseguite presso lIzs di Portici erano risultati affetti da brucellosi, ma da analizzarsi questa volta presso il Centro di referenza di Teramo e presso un Izs della Campania, diverso da quello di Caserta. Tali nuovi prelievi – fa notare il presidente della Lab – sono stati finora eseguiti non su tutte le sei aziende ricorrenti, ma soltanto su una di esse attiva nel territorio che fa capo allex Distretto sanitario di Teano. Per le altre silenzio, incertezza, estenuante attesa. Allora – osserva sconcertato lavvocato Ambrosca – non è dato comprendere come, a fronte di identici provvedimenti, tutti di promanazione del Tar-Lazio, Codesta Asl (di Caserta-ndr) abbia potuto porre in essere comportamenti diversificati. Insomma, per dirla con una formula popolare, i classici due pesi e due misure, sicché Ambrosca, registrando una condotta omissiva da parte dellAsl a svantaggio delle stalle ignorate con conseguente penalizzazione economica, chiede, ad horas, esaustivi chiarimenti e soprattutto comportamenti concludenti.
Vedremo quali saranno gli ulteriori sviluppi di un paradosso che non può essere giustificato solo dalle difficoltà derivanti dallattuale fase di transizione e di riorganizzazione territoriale dei servizi sanitari locali.