“Le metafisiche del colore nel terzo millennio”

di Redazione

 CASERTA. “È una ricerca di una metafisica del colore che, filtrata attraverso una lettura intima e personale, viene restituita al lettore dell’opera come landscape dell’anima universale”.

Così il critico Massimo Sgroi definisce il percorso artistico del pittore Franco Viola, i cui quadri saranno in mostra da venerdì 18 dicembre al 31 gennaio negli spazi del Museo di Arte Contemporanea di Caserta al Belvedere di San Leucio. Il vernissage della mostra “Metafisiche del colore del terzo millennio”, questo il titolo della personale dell’artista nato a Gaeta nel 1953, è in programma per venerdì alle 18.30. Ventidue le opere pittoriche in esposizione di “uno dei migliori neo-espressionisti d’Europa, accolto con successo soprattutto in Germania”, come dichiarato Sgroi.

La mostra, che rientra nel ricco calendario di eventi ideato dall’Ente Provinciale per il Turismo di Caserta per l’intero periodo invernale, rappresenta una risposta all’illegalità e alla sovrabbondanza dei messaggi mediatici del nostro tempo. “Gli erranti”, “Miraggio”, “Crepuscolo”, questi i nomi di alcune delle opere in mostra in cui “i colori sono affrancati da ogni possibile funzione documentaria, intrisi di puro valore pittorico”, come ha scritto il critico d’arte dell’Herald Tribune David Galloway in uno dei contributi presenti in catalogo.

Legato alla tradizione paesaggistica, alla fusione di colore e forma, per Viola, ingegnere elettrotecnico e studioso di discipline spaziali, l’arte è un connubio inscindibile di esperienza e razionalità. Attratto particolarmente dall’opera di Gauguin, Caspar David Friedrich e degli espressionisti nordeuropei, Viola persegue una ricerca lontana dai movimenti e dalle correnti che lo spingono verso uno stile estremamente personale, attraverso il quale luce ed energia sembrano emergono dalle sue tele fino a colpire lo sguardo del visitatore. In particolare, le opere più recenti sono il frutto del crescente interesse di Viola per il minimalismo di Barnett Newman, la luminosità del colore e il lirico astrattismo di Mark Rothko, il concetto del sublime delle opere di Clyfford Still.

A metà strada della sua tappa casertana “Le metafisiche del colore nel terzo millennio” sarà oggetto di un convegno di studi, fissato per il 13 gennaio alle 11 nell’aula magna della Facoltà di studi politici “Jean Monnet”, al Belvedere di San Leucio. Saranno presenti Lóránd Hegyi, David Galloway, Massimo Sgroi, Gaia Salvatori e Alfredo Fontanella.

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