“Tre pecore viziose”, la compagnia Teatro Stabile in scena al PalaIgloo

di Redazione

 CARINARO. La compagnia del Teatro Stabile Meridionale di Carinaro ritorna con un nuovo lavoro: “Tre pecore viziose” di Eduardo Scarpetta.

Lo spettacolo è in programma sabato 26 dicembre, alle ore 20, al PalaIgloo di via Petrarca. Questa commedia è praticamente un banco di prova per la serietà e l’abnegazione di ogni singolo componente de questa associazione culturale, perché è chiaro fin dall’ inizio che, per la realizzazione di questo progetto è necessario rinunciare a qualche partita di calcio, al riposo quando ci si sente stanchi la sera, al proprio tempo libero e anche a qualche impegno familiare. Il gruppo dimostrerà ancora una volta che in tutti è presente quello spirito che è alla base del nostro sodalizio: la volontà di diffondere e far amare il teatro, soprattutto quello della tradizione comica partenopea, nella nostra comunità.

Il testo che il regista Gianni Truosolo ha scelto per l’occasione è senz’altro pieno di spunti comici che lo spettatore potrà gustarsi, soprattutto, perché sicuramente gli attori saranno in grado di caratterizzare al meglio i propri personaggi, ognuno dei quale è tutt’altro che banale e scontato.

Le tre pecore viziose sono Fortunato, Camillo e Felice, tutti e tre sposati, che a dispetto delle mogli, se la spassano con altrettante giovanissime donne, alle quali lasciano credere di essere scapoli e di avere la serissima intenzione di sposarle. I primi due sono avanti negli anni e vengono coinvolti in un rapporto nel quale il sentimento ci sta come cavolo a merenda, l’altro, il terzo – Felice, ancora giovane, suscita un sentimento più reattivo e attento, insomma meno epidermico e pragmatico.

La trama parte vivace e stretta intorno a una fetta della morale quotidiana e cresce in ampiezza via via che si manifestano i personaggi, ma si fa più intensa ed esplosiva nel secondo atto nel corso dell’ incontro delle tre pecore con le ragazze, e cresce ancora fino alla terz’ultima scena del terzo atto, per risolversi poi in un calo eccessivamente sbrigativo nell’ ultima scena della commedia.

I personaggi si alimentano e si giovano di quanto accade intorno a loro nel movimentato corso della vicenda. Si configura ampiamente e compiutamente Beatrice, che pur pare condannata dall’ autore a certa immobilità rispetto agli altri personaggi principali, essa si rafforza nel carattere e minaccia e tuona nel suo ruolo istituzionale di moglie restia al perdono.

Il titolo indica il tema del vizio del maschio, dell’uomo sposato, che maschio non par che possa più definirsi se non si lascia andare a divertimenti extraconiugali. Intenzionale la solidarietà fra i “viziosi” che a parte tutto esprime al narrato una direzione imprevedibile. Ma quel che svolge il ruolo di fondo sta ne sotteso, interamente diffuso dalla ironica accettazione dell’autore di certe consuetudini maschilistiche, che si trasferisce allo spettatore e gli resta dentro come l’unico senso che può offrire la commedia.

Attori: Bruno Capoluongo (Felice), Raffaele Capece (Fortunato), Lello Mattiello (Camillo), Gianni Truosolo (Ciccillo), Armando Torino (Errico), Angelo Ciaramella (Biase), Mario Menditto (Matteo), Vincenzo Truosolo (Carluccio), Enza Crisci (Beatrice), Federica Sepe (Giulietta), Alessandra Truosolo (Virginia), Serena Mattiello (Rosina), Ida Levita (Mariuccia), Stefania Leccia (Concettella). Staff tecnico: Gianni Truosolo (regista), Bruno Capoluongo (aiuto regista), Vincenzo Compagnone (scenografia), allestimento scenico di Antonio Carbone, Vincenzo Orabona, Francesco Picone, Olindo Silvestri e Franco De Rosa, ditta Tariffo (musiche e luci), Maria Pennacchio (costumi), Angela Zenna (trucchi). Organizzazione generale: Mario Sepe, Maria Menditto, Massimo Guida.

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