Rifiuti, operatori in agitazione: un altro “Natale di monnezza”?

di Antonio Taglialatela

 NAPOLI. Gli operatori del consorzio unico di bacino delle province di Napoli e Caserta hanno proclamato lo stato di agitazione per la mancata corresponsione delle mensilità di novembre.

A partire da venerdì 11 dicembre, quindi, la raccolta dei rifiuti nei comuni delle due province sarà sospesa. Il consorzio, da parte sua, ha garantito ai lavoratori che gli stipendi arretrati saranno pagati entro il prossimo 14 dicembre. Tuttavia, le organizzazioni sindacali non intendono fare passi indietro, anzi manifestano preoccupazione anche per lo stipendio che entro il 27 dicembre dovranno percepire gli operai.

Si prospetta un altro “Natale di monnezza”, pieno di rifiuti per strada, come nel dicembre di due anni fa? Al momento nessuno osa pensarci ma il rischio c’è se il consorzio non si metterà in regola con i pagamenti.

LA NOTA DEI SINDACATI.“Da tempo – si legge in una nota delle organizzazioni sindacali – denunciamo a chi di dovere la mancanza assoluta dei livelli minimi di sicurezza in tutti e quattro gli ex Consorzi per i rifiuti, da alcuni mesi accorpati nell’Articolazione Caserta. Gli operatori non sono forniti del Dpi, cioè il vestiario obbligatorio, non hanno guanti a sufficienza, mancano le scarpe antinfortunistica e la cosa più grave è che da tempo non viene fatta la profilassi sanitaria. Questi lavoratori che ricordiamolo a tutti, svolgono una attività a rischio, poiché entrano a contatto quotidianamente con i rifiuti, dovrebbero, sia per legge che per il C.C.N.L. FederAmbiente, esser vaccinati, e non lo sono, e tutto questo perché mancano le risorse economiche per fare le vaccinazioni. Eppure quelle stesse risorse ci sono quando si tratta di erogare bonus e premi anche retrattivi, da 5.000 e 10.000 euro a funzionari e dirigenti(e non si capisce a quale titolo vengano erogate queste premialità visto lo stato delle cose) e poi non si hanno i soldi neanche per acquistare guanti”.

“Già due mesi fa, – continuano i sindacati – dopo la nostra protesta, i responsabili dell’Articolazione Caserta presero con le scriventi organizzazioni sindacali, sottoscrivendo anche un verbale, un impegno crono programmatico in cui nell’arco di alcune settimane sarebbero state effettuate le vaccinazioni e anche realizzate altre opere per il rispetto della Legge 626/94 e successive modifiche per garantire ai lavoratori almeno dei livelli minimi di sicurezza. Ed invece a distanza di due mesi tutto tace. Insomma, una presa per i fondelli. Infatti, è giusto che i cittadini che poi sono i contribuenti economici dell’Articolazione Caserta attraverso il pagamento della Tarsu sappiano che gli operatori ecologici lavorano in condizioni assurde e questo lo abbiamo più volte denunciato alle autorità competenti, ma nulla si è mosso a cominciare dalla Prefettura che non ci ha neanche convocati. Per molti le priorità sono due, la prima tenere le città pulite e questa è pienamente comprensibile, la seconda è rimpinguare le tasche dei dirigenti e responsabili, scelta assai poco condivisibili e che va a discapito proprio della prima”.

“I servizi igienici presso i cantieri da anni non hanno manutenzione e sono praticamente, nella maggior parte dei casi, inservibili. Ai lavoratori così viene negata persino la possibilità di farsi una doccia dopo il proprio turno di lavoro. E quanto costerebbe ripristinare le docce? Assai meno di quanto costano i bonus e i super minimi dei funzionari e dirigenti.Vogliamo poi parlare del parco macchine? Per la metà andrebbe posto in rottamazione. Qualcosa, dopo nostre pressanti denunce, si è mosso ma è ancora poco. I mezzi usati, vecchi e fatiscenti, che in alcuni casi perdono persino percolato per strada, sono visibili da tutti. Spesso mancano anche le cose più elementari, come le scope. Altro che emergenza finita”.

“Al danno poi si unisce anche la beffa. A pochi giorni dal Natale gli operatori non hanno ricevuto nemmeno lo stipendio del mese di novembre, per non parlare della tredicesima. Il Sottosegretario di Stato per l’Emergenza Rifiuti in Campania, Bertolaso, e tutti i vertici anziché fare una lista per lo scioglimento dei comuni che non rispettano le percentuali di raccolta differenziata dovrebbe mandare a casa tutti quei sindaci che non pagano da mesi ed in alcuni casi da anni il servizio, pur ricevendo il danaro dai cittadini attraverso la Tarsu, e assicuriamo che la lista sarebbe molto ma molto più lunga. Decine e decine di milioni di euro che non solo servirebbero a pagare con regolarità gli stipendi dei lavoratori ma anche ad acquistare mezzi nuovi, vestiario e tutto il necessario per rendere il servizio davvero efficiente compresa la raccolta ingombranti. Ma sembra che tutto ciò poco interessi. A cominciare dalla politica casertana ed in particolare dai parlamentari, che della complessiva vicenda l’unico aspetto a cui pare siano interessati è la presidenza e il consiglio di amministrazione del Consorzio Unico”.

SINDACI IN AUDIZIONE A ROMA. Intanto, mercoledì si è tenuta a Roma, in Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, l’audizione dei sindaci dei nove comuni per i quali il sottosegretario Guido Bertolaso ha chiesto lo scioglimento per “gravi inadempienze” nel servizio di raccolta. Durante l’incontro i sindaci dei comuni napoletani di Nola (Geremia Biancardi) e Giugliano (Giovanni Pianese) e di quelli casertani di Aversa (Domenico Ciaramella), Casal di Principe (Cipriano Cristiano), Casaluce (Nazzaro Pagano), Castel Volturno (Francesco Nuzzo), Maddaloni (Michele Farina), San Marcellino (Pasquale Carbone) e Trentola Ducenta (Nicola Pagano) hanno posto l’accento sui disservizi dei consorzi di raccolta dei rifiuti, ritenuti la causa fondamentale delle inadempienze evidenziate da Bertolaso. Inoltre, hanno ritenuto “inesatte” o spesso “esagerate” le segnalazioni dei call center. Altro problema lamentato dai sindaci è l’altissima percentuale di evasione della Tarsu, la tariffa per lo smaltimento rifiuti, che produce uno squilibrio di cassa tra tasse riscosse e costi di raccolta.

“L’audizione – ha spiegato al termine dei lavori il presidente della commissione Gaetano Pecorella – ha evidenziato eredità difficili raccolte da alcuni sindaci eletti da poco e situazioni ambientali difficili. Tutti hanno rilevato che gran parte di queste disfunzioni sono segnalate da alcuni call center, ma naturalmente questi sono i dati che abbiamo raccolto da loro”.

Per il sindaco di Aversa, Ciaramella, siamo di fronte ad un “paradosso”: “Lo scioglimento del comune – dice – potrebbe avvenire nel momento in cui la cittàè pulita, mentre quando l’immondizia c’era le richieste di commissariamento non sono venute”.“La cittàè pulita – sottolinea poi il primo cittadino normanno – e abbiamo il 12 per cento di raccolta differenziata. L’unico nostro problema è che siamo legati ad un consorzio della raccolta che non funziona”.

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