“Pizzo di fine anno”, due arresti ad Aversa

di Antonio Taglialatela

da sin. Capone e NielenAVERSA. Avevano chiesto duemila euro ad un commerciante del centro di Aversa, a titolo di “pizzo di fine anno” per conto “degli amici di Aversa”, o meglio della fazione Schiavone del clan dei Casalesi.

Ferdinando Capone, 45 anni, di Aversa, e il marocchino Mohamed Ismail Nielen, 21 anni, regolare in Italia, senza fissa dimora, ma di fatto domiciliato nella città normanna, sono stati arrestati nella mattinata di lunedì dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Aversa, diretti dal tenente Domenico Forte, in forza al reparto territoriale comandato del tenente colonnello Francesco Marra.

Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, si sono avvalse stavolta della collaborazione della vittima, che ha denunciato i responsabili delle richieste estorsive. Sembra dunque che abbia sortito effetti positivi l’appello lanciato ad imprenditori e commercianti della zona dal tenente colonnello Marra lo scorso 14 dicembre, quando in un’altra operazione contro il pizzo finirono in manette Luigi Del Prete, 25 anni,di Trentola Ducenta (nipote di Salvatore Orabona, colui che il 12 dicembre del 2008 subì contro la sua abitazione una pioggiadi colpi di kalashnikov esplosa dal boss Giuseppe Setola e dai suoi sicari, riuscendo a salvarsi); Carlo Tavoletta, 36 anni, di Parete, detto “’O Principe”; Giuseppe D’Aniello, 40 anni, di San Marcellino (fratello di Giacomo D’Aniello, detto “’O Mister”, già detenuto); e Paolo Davide Affidani, 23 anni, di Trentola Ducenta. In quell’occasione la banda, anch’essa ritenuta legata al clan dei Casalesi, aveva chiesto 3mila euro a un commerciante di Trentola Ducenta, come “pizzo natalizio”, in pratica una delle tre “tranche” (Natale, Pasqua e Ferragosto) che la camorra esige nell’arco dell’anno. Ma le indagini non furono supportate dalla denuncia della vittima, bensì del territorio da servizi di intercettazione ambientale sul territorio parte dei carabinieri della stazione di Trentola Ducenta, dai quali emergeva che il commerciante era stato avvicinato più volte, e picchiato in una circostanza, dagli estorsori.

Estorsori, quelli del clan, che negli ultimi tempi sono affiancati da extracomunitari, finora utilizzati solo per la vendita al dettaglio di sostanze stupefacenti, mai per riscuotere il pizzo. Lo dimostra non solo l’arresto odierno del marocchino Nielen, ma anche quelli compiuti di recente nel casertano, come quello a Castel Volturno, dove, oltre a due uomini del posto, sono finiti in carcere due ucraini. E’ ipotizzabile che il clan, decimato dagli arresti, sia “a corto di personale” e dunque costretto in alcune occasioni ad assoldare stranieri per “mansioni” finora svolte solo da italiani.

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da Videocomunicazioni

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