Tenta estorsione ad imprenditore bellunese: arrestato cuoco di S.Arpino

di Redazione

Raffaele IndacoSANT’ARPINO. I carabinieri del reparto territoriale di Aversae della stazione di Sant’Arpino hanno arrestato Raffaele Indaco, 23 anni, originario della cittadina atellana, accusato di tentata estorsione e minacce a danno di un imprenditore di Belluno.

Il giovane, incensurato, di professione cuoco, con residenza sia a Sant’Arpino che in Germania, è nipote di Mario Indaco, alias “Pesciolino”, considerato il capozona del clan dei casalesi nella zona atellana e legato al clan Moccia-Cennamo di Crispano, che, dopo due anni di latitanza, si costituì lo scorso anno presso la locale stazione dei carabinieri.

Su Raffaele Indacopendeva un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Belluno. Secondo gli inquirenti, lo scorso gennaio avrebbe preteso da un imprenditore di Belluno la cifra di 85mila euro, minacciandolo di ammazzare un suo familiare in caso di rifiuto. I soldi dovevano essere consegnati in una gelateria della Germania. Ma la vittima ha denunciato l’estorsione e i militari lo hanno fermato a Sant’Arpino, mentre era a bordo della sua Peugeot. Il giovane, tra l’altro, il 18 febbraio scorso, era stato bersaglio di un agguato consumato nella città tedesca di Jena, mentre si trovava fuori ad un ristorante italiano: alcuni sicari gli esplosero contro dei colpi d’arma da fuoco, ferendolo alle gambe, forse per un regolamento di conti.

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