Di Santo: “Il Pd è in malafede e manipola la realtà”

di Redazione

Eugenio Di SantoSANT’ARPINO. “La malafede di una parte degli esponenti del locale Pd è risaputa, ma la manipolazione della realtà, alla quale pur ci hanno abituati, è stupefacente”.

Lo affermano i neo aderenti all’Udc (il sindaco Eugenio Di Santo, il capogruppo di maggioranza Ernesto Capasso, gli assessori Salvatore Brasiello, Giuseppe Lettera e Nicola Chianese), accusati dal Pd di aver disatteso gli impegni presi in campagna elettorale, ossia di aver “cambiato casacca senza dimettersi”.

“Questi personaggi sono giunti ormai all’ultima spiaggia, affermano in maniera falsa che noi siamo venuti meno ai principi etici da noi stessi sottoscritti, ma questo non è vero. Blaterano che ci saremmo dovuti dimettere, ed anche questo non è vero. Fanno demagogia allo stato puro dicendo che siamo un pessimo esempio per i giovani, ed anche questo non è vero”.

“Ma andiamo con ordine, il nostro documento dei principi, cita testualmente: ‘I partecipanti al presente progetto politico si impegnano a non operare ‘cambi di casacca’ senza le dimissioni consequenziali. In particolare, la maggioranza, rappresentata dai 13 consiglieri eletti più il sindaco, si deve impegnare formalmente e con la sottoscrizione (già all’atto della candidatura) di un documento moralmente vincolante a non accettare l’apporto di voti rivenenti da eletti nelle file della minoranza’. Orbene, quale esponente passato all’Udc proviene dalle file dell’opposizione? Nessuno. Bastava avere meno malafede e riportare tutto il periodo per evitare l’ennesima brutta figura, alle quali sono ormai abituati. Noi abbiamo sempre agito alla luce del sole, non come pessimi esempi del passato (ex sindaco Savoia per intenderci) che, dopo una seduta del consiglio comunale convocata per l’approvazione del bilancio, incamerò prima il voto della sua maggioranza, e poi nelle segrete stanze annunciò ai suoi sudditi che era passato dalla Margherita ai Ds, in maniera solitaria. Questa manovra ordita dal potere napoletano fallì solo grazie alla grande opposizione del segretario locale dei Ds ed all’indignazione degli iscritti che respinsero al mittente il tentativo di occupazione militare di un partito. Questo si che è stato un pessimo esempio per i giovani, un esempio di annessione e di sottomissione che il popolo diessino respinse”.

“Passando poi ai pessimi esempi dei giorni nostri, risulta a dir poco ridicolo constatare che chi puntualmente contravviene al proprio codice etico riguardante la incompatibilità di incarichi sono loro, che hanno come coordinatore cittadino guarda caso il loro capogruppo consiliare Del Prete. Questo sì che è un partito plurale ed aperto ai giovani? Noi, coerenti con i patti sottoscritti, siamo stati accolti con entusiasmo in un partito, l’Udc, che, ricordiamolo, è parte integrante della maggioranza, è firmatario di quei principi che tali esponenti del Pd, incautamente ed in malafede hanno tirato fuori. Chi conosce la nostra storia, le nostre origini, le nostre idee che provengono dal cattolicesimo popolare, trova coerente il nostro percorso, condiviso dal partito locale, provinciale e regionale. Anzi, ci meravigliamo che gente che in passato è stata come noi nella Democrazia Cristiana ora resti in un partito che ha svoltato decisamente a sinistra. Ma dimenticavamo, loro i partiti li usano solo come camere di compensazione per risolvere qualche problemino che gli sta tanto a cuore”.

“Non crediamo di dover a loro, pessimi esempi bocciati dall’elettorato, ulteriori spiegazioni, ma crediamo fermamente nel dialogo e nell’ascolto della gente, che quotidianamente ci chiede di rappresentarli ed andare avanti, per fare uscire Sant’Arpino dal tunnel in cui loro l’avevano cacciato”.

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