Test antidroga ai parlamentari, Cicchitto dice no: “Spirale perversa”

di Angela Oliva

Fabrizio CicchittoROMA. Molti i parlamentari che si stanno sottoponendo alla prova antidroga nei locali del Dipartimento per le politiche di contrasto agli stupefacenti.

Tra i primi ad effettuarla il leader dell’Udc Pierferdinando Casini, che ha affermato: “L’Udc aveva proposto una legge che lo rendeva obbligatorio per i parlamentari, ma il provvedimento è stato bocciato in Parlamento. Bisogna che ciascuno si assuma le sue responsabilità. Oggi questo test è meglio di niente, anche se è solo un fatto simbolico”.

Favorevole all’iniziativa anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi: “Nell’iniziativa non c’è alcuna demagogia. Ho solo dato un’opportunità ai parlamentari di fare il test e dire ai cittadini ‘io faccio il legislatore, devo essere una persona equilibrata’. Negli Stati Uniti lo stato di salute del candidato presidente è un affare nazionale. Per la dignità di un parlamentare, è giusto potersi sottoporre a un test, se lo vuole fare”.

“Il test è totalmente demagogico, è una presa in giro. –sostiene invecePaolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista – Giovanardi dovrebbe dire che se un onorevole venerdì si è fatto dieci piste di coca, nell’analisi del capello lunedì non se ne troverà traccia. Le tracce di cocaina svaniscono molto prima, così come è assurdo che in giro per le stazioni ci sono i cani antidroga allenati per le droghe leggere mentre non riconoscono le droghe pesanti. Il sistema repressivo è tutto basato verso le droghe leggere perché l’altra, essendo la droga degli strati alti, viene lasciata correre”.

Il primo “no” al test antidroga è arrivato dal presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto: “Fermo rimanendo la libertà di ogni parlamentare di aderire o non aderire al controllo tricologico e delle urine per accertare se egli ha o meno assimilato droga, dichiaro per quello che mi riguarda che non mi sottoporrò ad esso. A parte il fatto– aggiunge – che, qualora si entrasse in questo ordine di idee, allora il controllo dovrebbe riguardare, per avere un senso, tutta la classe dirigente del Paese, dai parlamentari ai presidenti di regione, ai sindaci delle città di una certa dimensione, ai magistrati, agli alti ufficiali dell’esercito, delle forze dell’ordine e ai presidenti e agli amministratori delegati delle grandi imprese; a me sembra che ciò che spinge a questa misura sia fondamentalmente un grave complesso d’inferiorità. Tutto ciò è la conseguenza del fatto che, da alcuni mesi a questa parte, per colpire Berlusconi ci si è occupati ossessivamente della sua vita privata. Come era facilmente prevedibile– prosegue – dalla vita privata di Berlusconi si è passati a occuparsi della vita privata di ogni appartenente alla classe politica. Poi si passerà inevitabilmente alla vita privata di molti altri, come è nella logica perversa della spirale messa in moto. Siccome non voglio minimamente contribuire alla edificazione di una sorta di orwellinana ‘fattoria degli animali’– conclude – non aderisco a questa operazione pur non avendo nulla da temere da essa, come sa chi mi conosce”.

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