Processo breve, Alfano: “Bassa influenza”. Anm: “Impossibile fare stime”

di Angela Oliva

Angelino AlfanoROMA. “Il decreto legge sul processo breve influirà su circa l’1 per cento dei processi brevi”.

E’ questa la prima stima compiuta dal ministro della Giustizia Angelino Alfano durante il “question time” tenutosi a Montecitorio.

“Senza pretese di definitività, – ha affermato il Guardasigilli – si può stimare cha nella forma ad oggi presentata al Senato, il ddl provocherà la prescrizione di circa l’1 per cento del totale dei processi pendenti oggi in Italia, senza calcolare naturalmente l’incidenza delle assoluzioni. Sorprende non poco – ha dichiarato – che siano state formulate previsioni catastrofiche. Si può desumere un impatto molto meno traumatico di quanto da più parti, in modo enfatico e intempestivo, è stato prospettato. Tutti gli spunti che perverranno in Parlamento per migliorare il testo saranno accolti. Come governo, tuttavia, – ha concluso Alfano – riteniamo che 6 anni per un processo penale più le indagini, cioè circa 8 anni, sia un tempo sufficiente per tenere un cittadino sotto la giurisdizione dello Stato”.

Alle affermazioni del ministro Alfano ha risposto il segretario dell’Anm Giuseppe Cascini che ha spiegato come sia difficile quantificare gli effetti del ddl: “Mi pare difficile che gli effetti di un intervento così complesso, possano essere già quantificati in termini statistici. Il sindacato delle toghe non conosce i criteri statistici utilizzati dal ministero per giungere a questa conclusione, né conosciamo il tipo di rilevamento effettuato. Allo stato – conclude – ci risulta che il Csm abbia avviato un’indagine conoscitiva e anche l’Anm sta cercando di raccogliere i dati per valutare l’impatto delle norme proposte”.

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