Meredith, “Nessun movente per Sollecito, Amanda come Amelie”

di Redazione

Raffaele SollecitoPERUGIA. Per l’avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Raffaele Sollecito nel processo sull’omicidio di Meredith Kercher, la ricostruzione dell’accusa “ha il sapore dell’opera incompiuta dove manca la parte essenziale”.

La Bongiorno, deputato del Pdl (ex An) e già difensore di Giulio Andreotti,ha anche sottolineato che manca la prova della conoscenza tra il giovane e Rudy Guede. “È certo – ha detto la legale – che i due non si conoscevano al momento del delitto. L’unico elemento che li lega è il capo d’imputazione”. Riferendosi a quella che ritiene l’incompiutezza della ricostruzione accusatoria, l’avvocato ha citato il verso di una canzone di Sergio Endrigo: “Era una casa tanto carina ma senza tetto e senza cucina”.

“Sollecito – ha detto ancora Bongiorno – era vicino alla laurea e coltivava i propri sogni ma ha inciampato in un’impronta che glieli ha strappati”. E ha parlato dell’impronta insanguinata di scarpa trovata accanto al cadavere della studentessa inglese, attribuita inizialmente a Sollecito ma poi rivelatasi di Guede. “Raffaele – ha sottolineato il suo difensore – è stato incastrato sulla scena del delitto dall’impronta di scarpa, è andato in carcere per quell’impronta”. La Bongiorno è poi passata alla mattina del ritrovamento del cadavere, il 2 novembre del 2007, “quando Sollecito – ha detto – ha dato l’allarme e ha atteso gli inquirenti su un gradino davanti alla casa del delitto. Vi pare credibile che un assassino faccia questo?”.

L’avvocato hadefinitoAmanda Knox la “Amelie di Seattle”, una ragazza che “guarda la gente con gli occhi di una bambina, sprizza energia ed ha un approccio con la vita spontaneo ed imprudente”. Il legale ha così richiamato la protagonista del film “Il favoloso mondo di Amelie” alla quale i suoi amici paragonano la giovane americana. Lo stesso video che la Knox e Sollecito hanno sostenuto di aver visto nelle ore in cui Meredith Kercher veniva uccisa. Nel corso della sua arringa, la Bongiorno ha dedicato molto spazio alle dichiarazioni rese dalla Knox in questura nella notte in cui è stata arrestata. “Ad Amanda – ha sottolineato – è stato negato il diritto al silenzio”.

La Bongiorno ha poi ricordato che la Knox, venti anni all’epoca, era appena arrivata in Italia, non parlava italiano e non conosceva le leggi. “Sembra così strano – ha chiesto la Bongiorno riferendosi ancora agli interrogatori con la polizia – che sia caduta in disperazione, abbia messo a verbale cose non vere e poi non abbia avuto il coraggio di cambiarle?. Dovete decifrare Amanda”. Il legale ha quindi detto che la Knox è stata descritta dall’accusa come una “squartatrice”. “Ma a me – ha affermato – viene difficile pensarla così. Io la penso come gli amici di Amanda e cioè che lei guarda il mondo con gli occhi di Amelie”.

Poi ha parlato di “movente che non c’è” a carico di Sollecito. “Attendo in sede di replica – ha detto – di sapere perché Raffaele vicino alla laurea e innamorato abbia dovuto partecipare al delitto di Meredith Kercher che conosceva solo sporadicamente. Voglio sapere perché lo ha fatto”. Nel corso dell’arringa la Bongiorno ha mostrato in aula su uno schermo le immagini dei brogliacci relativi a intercettazioni svolte dalla squadra mobile di Perugia a carico di alcuni familiari di Sollecito con scritti alcuni commenti degli investigatori sugli stessi congiunti, criticando il loro atteggiamento. “Chi fa le indagini – ha detto il legale – non deve avere animosità. Come fate a dichiararli attendibili – ha aggiunto riferendosi agli stessi investigatori – quando hanno reso le loro testimonianze sotto giuramento?”.

Martedì e mercoledì interverranno i difensori di Amanda Knox. Giovedì fissate le repliche, con la Corte d’assise che potrebbe entrare in camera di consiglio venerdì mattina. La sentenza nella tarda serata o nella notte. Per Sollecito e la Knox i pm Manuela Comodi e Giuliano Mignini hanno chiesto la condanna all’ergastolo con isolamento diurno. Entrambisi proclamano innocenti.

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