Influenza A, un caso di mutazione del virus in Italia

di Redazione

 ROMA. La mutazione del virus influenzale A/H1N1 è stata rilevata anche in Italia, dopo Norvegia e altri Paesi del mondo.

A confermarlo è il ministro del Welfare, che in una nota scrive: “Circa una settimana fa le autorità sanitarie norvegesi hanno segnalato l’identificazione di una singola mutazione dell’emoagglutinina (proteina virale di superficie) del virus della nuova influenza A/H1N1, consistente nel cambiamento di un unico aminoacido (una glicina al posto di un acido aspartico), in alcuni pazienti affetti da una grave polmonite. Casi sporadici della stessa mutazione sono stati riportati, a partire da aprile, in diversi Paesi del mondo sia in pazienti con polmoniti gravi che in pazienti con decorso benigno della malattia”.

Ma il ministero tranquillizza sull’efficacia del vaccino: “L’Istituto superiore di sanità – continua la nota- ha rivalutato le sequenze di oltre 100 ceppi virali identificati da altrettanti pazienti diagnosticati negli ultimi mesi in diverse regioni italiane. La mutazione è stata rinvenuta sino ad ora in un solo paziente, affetto da una grave forma di polmonite risolta a seguito di trattamento con Ecmo (la macchina salva-polmoni, ndr), eseguito in terapia intensiva. Nessuno degli altri pazienti esaminati, inclusi quelli con manifestazioni gravi o letali, presentava detta mutazione. I dati italiani confermerebbero quindi che la mutazione in oggetto non appare per ora predominante nei casi gravi o letali di nuova influenza; inoltre, la stessa mutazione ha un carattere sporadico e non sembra allo stato attuale in fase di diffusione. Tale mutazione non influisce sull’efficacia del vaccino né sull’efficacia del trattamento con farmaci antivirali. A questo proposito si ricorda che, secondo i dati dell’Iss, su oltre 160 pazienti analizzati sinora, si è riscontrato un unico caso di resistenza a oseltamivir, il medicinale antivirale usato per contrastare la nuova influenza. Tale resistenza è insorta a seguito del trattamento prolungato di un paziente affetto da gravi patologie preesistenti ed è rimasta isolata, non avendo dato seguito ad episodi di trasmissione del ceppo resistente”.

Il primo caso di mutazione in Italia, dello stesso tipo registrato in Norvegia, “ha come caratteristica quella di legare i recettori a livello di più proteine, minando maggiormente i polmoni” afferma il virologo Fabrizio Pregliasco. La mutazione, in particolare, si è registrata “in un aminoacido, il D225G, presente nell’emoaglutinina, ovvero l’uncino con cui il virus va ad agganciare le cellule a livello polmonare”. Si tratta, tuttavia, di un cambiamento “che è stato correlato anche a casi più blandi, e la variazione non va ad intaccare l’efficacia di vaccini e antivirali”. Ma il virus, riconosce il virologo, potrebbe mutare ulteriormente e diventare più aggressivo. “Ecco perchè – fa notare – è fondamentale vaccinarsi per rallentare la sua corsa”. Dunque, la situazione è sotto controlloma non bisogna abbassare la guardia.

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