Estorsioni ad imprenditori: otto arresti a Gela

di Redazione

 CALTANISSETTA. Gli agenti della Squadra Mobile di Caltanissetta e del commissariato di Gela hanno eseguito otto ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di affiliati a Cosa Nostra e alla “Stidda” che avrebbero imposto il pizzo ad alcuni imprenditori edili.

I provvedimenti sono stati notificati in carcere a Salvatore Burgio, 43 anni, Francesco Morteo, 45, Enrico Maganuco, 46 e Vincenzo Gueli, 44, già detenuti per altri fatti.Arrestati, invece,nella notte Francesco Giovane, 23 anni, Giuseppe, Nunzio e Giuseppe Claudio Alferi, rispettivamente padre, figlio e nipote di 46, 22 e 29 anni.

Nei provvedimenti emessi dal Gip Giovanbattista Tona su richiesta del procuratore Sergio Lari, dell’aggiunto Domenico Gozzo e del sostituto Roberto Condorelli, si legge che per 11 anni, dal 1995 al 2006, gli arrestati avrebbero imposto il pizzo ad alcune imprese edili operanti a Gela, in particolare ad un paio di imprenditori edili impegnati nella costruzione del villaggio residenziale ‘Cittadella’ sorto tra le contrate Marchitello e Catania-Casciana, alla periferia della città, costituito da una ventina di cooperative per l’edilizia economica e popolare. Le due organizzazioni mafiose avevano chiesto il 3% del totale dell’appalto e imposto dei loro guardiani nei cantieri di lavoro.

Gli episodi di estorsione sarebbero venuti alla luce nel corso delle indagini riguardanti la misteriosa morte dell’imprenditore gelese Salvatore Tomasi, nel 2003, ritrovato morto sulla spiaggia di Manfria.

Tutto avrebbe origine dalle indagini relative alla misteriosa morte di un piccolo imprenditore gelese, Salvatore Tomasi, avvenuta nel 2003. Tomasi, a dieci giorni dalla sua scomparsa, venne ritrovato morto sul lungomare della spiaggia di Manfria a sette chilometri dal centro abitato. Tra le ipotesi quella del suicidioperché vittima del racket.

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