Delitto via Poma, Raniero Busco rinviato a giudizio

di Redazione

Simonetta CesaroniROMA. A 19 anni dal delitto di Simonetta Cesaroni, uccisa con 29 coltellate il 7 agosto 1990 negli uffici degli ostelli della gioventù dove lavorava, la Procura di Roma ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio per Raniero Busco, ex fidanzato della vittima e unico indagato.

Il gup ha accolto le richieste del pubblico ministero Ilaria Calò, dopo averne ascoltato l’intervento, che è stato seguito da quelli dell’avvocato di parte civile Lucio Molinaro e del difensore Paolo Loria. Il processo inizierà il 3 febbraio prossimo davanti ai giudici della III Corte d’Assise.

Duro il commento dell’avvocato Paolo Loria, difensore di Busco: “Faremo emergere le contraddizioni di cui è piena questa vicenda. Il rinvio a giudizio di oggi è dovuto a quella traccia di saliva che è stata trovata sul corpetto di Simonetta Cesaroni. In aula dimostreremo che non ci sono prove a carico di Busco ma che c’è solo una traccia che potrebbe essere frutto di una contaminazione tra reperti. La delusione per quanto deciso dal Gup è massima. Il pm ha sostenuto la sua tesi ma ha presentato solo delle mezze prove, tanto che le sue argomentazioni non sono state convincenti. A mio parere, Busco è stato incastrato”.

Busco, oggi 44enne, sposato e con due figlie, fa il meccanico per Adr a Fiumicino.Sua moglie Roberta fa sapere: “Mio marito ha appreso la notizia dall’avvocato. E’ rimasto letteralmente senza parole. E’ un uomo distrutto, distrutto e basta. Da tre anni è iniziato questo incubo, e non finirà. Certo un rinvio a giudizio non è una condanna, ma tutto sembra andare in quella direzione. Dicono sempre che è meglio un colpevole a piede libero che un innocente in galera, ma a quanto pare non corrisponde al vero. Quello che vogliono è un colpevole a tutti i costi. Come italiani dovremmo essere davvero preoccupati per la giustizia se è vero che mandano una persona a processo per indizi così labili”.

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