Caserta, una donna la ‘basista’ del branco che uccise Casparrino

di Antonio Taglialatela

Bartolomeo CasparrinoCASERTA.Svolta nelle indagini sull’omicidio di Bartolomeo Casparrino, ucciso a Vairano Patenora, nel casertano, lo scorso 12 agosto durante una rapina nella sua abitazione. video

I carabinieri del comando provinciale di Caserta, agli ordini del colonnello Crescenzio Nardone, del nucleo investigativo diretto dal capitano Alfonso Pannone, della compagnia di Capua guidata dal capitano Franco Conte e della stazione di Teano, diretti dal tenente Bianchi, coordinati dal procuratore aggiunto di Santa Maria Capua VetereLuigi Gaye dai sostituti procuratori Manuela Persico e Silvio Marco Guarriello, hanno tratto in arresto 8 cittadini rumeni ritenuti responsabili del delitto. Sono stati rintracciati nelle province di Caserta, Milano, Cuneo e Catanzaro, al termine di una complessa attività investigativa culminata con l’emissione di decreti di fermo della Procura di Santa Maria Capua Vetere per scongiurare il pericolo di fuga all’estero.

Quattro si nascondevano nell’alto casertano: i fratelli Costantin e Alexandru Ciurea, 23 e 21 anni, Ionel Sandu, 24 anni, e Nicoleta Stefan, 42 anni. Gli altri sonoRazvan Uretu (alias “Catalin Pacialoi”), 29 anni, Alexandru Onofreiciuc (detto “Alex” o “Cieco”), 23 anni,Marius Arseni, 35, residente a Somma del Bosco (Cuneo), e Daniel Anastasie Mutu, 36 anni, residente a Limbiate (Milano).

l'abitazione di CasparrinoDurante l’attività investigativa è emersa la figura centrale di Nicoleta Stefan.Lei era un’amica della vittima, si frequentavano, anche se non avevano una relazione. Incontri che, però, sarebbero bastati alla donna per farle capire che l’uomo conducesse una vita all’insegna del risparmio e che quindi, in 27 anni di lavoro, avesse messo da parte gran parte dei suoi guadagni. Una somma che pari a 50mila euro, di cui effettivamente Casparrino era in possesso. I soldi, infatti, tutti in contanti, erano nascosti nella sua abitazione all’interno di cassapanche. Da qui la decisione di coinvolgere altri suoi connazionali che vivevano al nord.

Secondo le ricostruzioni operate dai militari dell’Arma la mattina successiva all’omicidio,alcuni uomini si intrufolarono nella notte, intorno alle 2.30, all’internodella palazzinaal civico 69 di vico Santa Maria a Fratta, dove Casparrino, 50 anni, viveva con la madre, intorno alle 2.30. Sarebbero entratida una botola sul tetto, facilmente raggiungibile tramite il vicoletto sul retro. Sorpresero nel sonno la signora Lucia, di 70 anni, e il figlio,immobilizzandoli,legandoli con fascette di plastica, e malmenandoli.

Casparrinofu picchiato acalci e pugni per farsi dire dove si trovava il denaro.Le sue urla potevano essere avvertite daivicini nel silenzio della notte e allora i malviventi gli strinsero un cuscino sulla faccia per farlo tacere, soffocandolo. La madre, per salvare il figlio, consegnò i contanti che erano in casa. Quando i rapinatori si allontanarono l’anziana allertò i carabinieri. Ma al loro arrivoCasparrino giaceva a terra senza vita.

Nicoleta Stefan   Costantin Ciurea

Nicoleta Stefan

Marius Arseni

Alexandru Ciurea

Costantin Ciurea

Anastasio Mutu

Ionel Sandu

Edueard Uretu

Anastasio Mutu

Alex. Onofreiciucc

Ionel Sandu

Eduard Uretu

Sulla scena del delitto la vittima era completamente nuda, con mani e piedi legati, presentando ecchimosi e perdite di sangue.Ferite provocate dalle percosse subite, anche se il decesso, come accertato dall’autopsia, avvenne per soffocamento.

Figlio unico, Casparrino viveva da tempo con la madre Lucia, separatasi daqualche annocon il marito Federico, 71 anni, che vive in una zona alla periferia del paese. Mai sposatosi, dal 1982 lavorava come bidello nel circolo didattico di Vairano Patenora. La sua era una vita umile. Nella piccola abitazione in cui avvenne il delitto, presa in affitto, vi era lo stretto necessario, nemmeno la televisione. Non aveva un’automobile, usciva in bicicletta. Niente svaghi o vizi particolari. Aveva però l’abitudine di raccontare che era in possesso di ingenti risparmi. Abitudine che si è rivelata fatale.In virtù di questo particolare,i carabinieri esclusero la vendetta personale eseguirono subito quella del colpo ben pianificato e sfociato nel sangue.

Di indizi per risalire alla banda, però, ce n’erano pochi. Fino a quando una cittadina rumena, estranea ai fatti e presente sul territorio per ragioni di lavoro,forniva alcuni input agli inquirenti. Si accertava che il colpo era stato concepito dalla Stefan, gravata da debiti, che frequentava l’ambiente di conoscenze di Casparrino e che aveva constatato la presenza del denaro nell’abitazione dell’uomo. A seguito di intercettazioni telefoniche ed ambientali la rumena veniva tratta in arresto assieme agli altri sette connazionali.

Alla conferenza stampa tenuta lunedì mattina in Procura c’era anche il sindaco di Vairano Patenora, Giovanni Robbio, che si è congratulato con la magistratura e le forze dell’ordine per aver stanato gli autori di un delitto che ha sconvolto la piccola comunità dell’alto casertano. “Casparrino era una brava persona, – ha detto il sindaco – è stato purtroppo traditodall’abitudine di parlare troppo dei risparmi che deteneva. Ora la notizia dell’arresto dei responsabili conferisce tranquillità anche in paese dove i cittadini, soprattutto anziani che vivono soli, erano preoccupati anch’essiper la loro incolumità”.

La conferenza stampa in Procura (16.11.09)

Le immagini video del 12 agosto 2009

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