Racket e bombe, arrestati sei esponenti del clan Birra-Iacomino

di Redazione

 NAPOLI. Sei persone, ritenute elementi di spicco del clan camorristico Birra-Iacomino, egemone nella zona di Ercolano, sono state fermate la scorsa notte dai carabinieri di Torre del Greco.

Sono accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni e detenzione illegale di materiale esplosivo. Nel corso di indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea, i militari dell’Arma hanno scoperto mandanti ed esecutori di numerosi episodi estorsivi perpetrati anche con attentati dinamitardi.

Dall’attività investigativa è emerso che tra gli emissari utilizzati dal clan per far giungere le richieste estorsive alle vittime del racket c’erano anche ragazzini di 12 e 13 anni, appartenenti a famiglie di via Cuparella, ad Ercolano. L’ultimo episodio di intimidazione risale allo scorso 10 novembre (non a caso l’operazione dei carabinieri ha assunto il nome di “Fuochi di San Martino”) con una bomba fatta esplodere davanti a un panificio. Il pizzo era quantificabile in una prima rata di 5mila euro, con successive scadenze di 250-300 euro mensili.

Si tratta di Marco Cefariello, 26 anni, considerato il reggente del clan e già arrestato nel giugno 2007 nell’ambito dell’operazione “Reset”; dei fratelli Ciro e Giuseppe Savino, 37 e 41 anni, ritenuti elementi apicali del clan; Aniello Taurino, 21 anni, considerato un fiancheggiatore; Francesco Polese, 27 anni, ritenuto contiguo al clan, due suoi fratelli furono uccisi nel corso di una faida di camorra; e Pasquale Borragine, 21 anni, organico al clan.

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