Faida tra casalesi, misure cautelari per alcuni “setoliani”

di Redazione

Giovanni LetiziaAlessandro CirilloCASERTA. I carabinieri del comando provinciale di Caserta, agli ordini del colonnello Crescenzio Nardone, hanno eseguito otto ordinanze di custodia cautelare per il tentato omicidio di Vincenzo Ucciero, ritenuto il reggente del clan Tavoletta-Ucciero di Villa Literno.

Si tratta di sette provvedimenti di custodia in carcere e di uno ai domiciliari. Tra le persone coinvolte vi sono anche elementi che hanno costituito il gruppo di fuoco del clan dei casalesi capeggiato da Giuseppe Setola, come Giovanni Letizia, Alessandro Cirillo (entrambi nelle foto in alto) ed Emilio di Caterino (oggi collaboratore di giustizia), tutti già detenuti. Gli altri destinatari dei provvedimenti, emessi dal tribunale di Napoli, su richiesta dei pm della Dda Marco Del Gaudio e Antonello Ardituro, sono: Antonio Corvino, 31 anni, Luigi Tartarone, 40, Massimo Alfiero, 37, Metello Di Bona, 39, Antonio Di Tella, 34.

Il tentato omicidio di Ucciero, avvenuto il 17 luglio del 2007 a Villa Literno, è stato inquadrato, a seguito delle indagini dei carabinieri, nella lunga e sanguinosa guerra di camorra scoppiata, alla fine degli anni ’90 e durata fino al 2007, all’interno del clan dei casalesi tra le fazioni dei Bidognetti e degli Ucciero-Tavoletta per il controllo delle attività illecite nell’area liternese. In precedenza vi era stata una “pax mafiosa”, questa però aveva avvantaggiato gli Ucciero-Tavoletta nel controllo delle estorsioni, pertanto i bidognettiani vollero dare un segnale forte alla fazione avversaria, colpendo direttamente il reggente.

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