Camorra, alleanza Casalesi-Lago: svolta nell’omicidio Avolio

di Redazione

Enrico VerdeCASERTA. I carabinieri del comando provinciale di Caserta hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare nei confronti di affiliati alla fazione Bidognetti del clan dei casalesi e al clan Lago di Pianura, quartiere di Napoli.

Enrico Verde (nella foto in alto), 53 anni di Villa Literno, Gianmario Nozzolillo, 34 anni, di Villa Literno, e i tre napoletani già detenuti Guido De Liso, 37 anni, Rosario Marra, 38, e Salvatore Racise, 31, sono gravemente indiziati dell’omicidio di Gaetano Avolio, un pregiudicato napoletano appartenente alla famiglia Marfella, contrapposta ai Lago.

Le indagini, coordinate dai pm della Direzione Distrettuale Antimafia, Raffaello Falcone, Catello Maresca e Annamaria Lucchetta, sono state condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Caserta attraverso attività tecniche e riscontri alle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia del clan dei casalesi. L’attività investigativa ha permesso di evidenziare la stretta alleanza esistente tra i casalesi ed i Lago e di far luce sul grave fatto di sangue che andava ad inquadrarsi nella più ampia guerra di camorra che, tra il 1997 ed il 2000, era stata combattuta tra le famiglie Lago e Marfella per il controllo delle attività illecite nell’area di Pianura.

Gianmario Nozzolillo

Rosario Marra

Gianm. Nozzolillo

Rosario Marra

Salvatore Racise

Guido De Liso

Salvatore Racise

Guido De Liso

L’omicidio di Avolio, che era domiciliato a Castel Volturno, avvenne il 13 maggio 2000 a Villa Literno, sulla statale 7 quater.

In quella circostanza restava gravemente ferito anche il 72enne napoletano Antonio Mevo. Entrambe le vittime venivano attinte da colpi di fucile calibro 12 e pistola calibro 7,65. A poco distanza dall’agguato, i militari rinvenivano l’auto utilizzata dal commando armato, un’Audi A3 (risultata rubata a Napoli alcuni giorni prima). I rilievi eseguiti sulla vettura permettevano, fin dall’inizio, di inquadrare l’efferato delitto nella faida in corso tra i due gruppi camorristici di Napoli. Infatti, sullo specchietto dell’auto oggetto di furto utilizzata per l’agguato, veniva rilevata la presenza di un’impronta di una delle persone oggi arrestate.

Un delittoche vede per la prima voltala partecipazione di elementi del clan dei casalesi e del gruppo alleato dei Lago.

Di particolare rilevanza il ruolo svolto da Enrico Verde, detto “’O Barbiere”, ritenuto elemento di vertice del gruppo Bidognetti e vero e proprio mandante ed organizzatore dell’agguato all’Avolio.

Le misure cautelari sono state eseguite a Villa Literno, nella provincia di Siena e presso le case circondariali di Napoli-Secondigliano, Agrigento e Palmi (Reggio Calabria).

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