Di Lauro: “Verde pubblico? Si, ma occorre il controllo”

di Redazione

Raffaele Di LauroTRENTOLA DUCENTA. Raffaele Di Lauro, consigliere di opposzione e responsabile provinciale enti locali e di collegio per il Partito Socialista-Sinistra e Libertà, commenta l’intervento del consigliere di maggioranza Luciano D’Alessio, …

… il quale ha proposto di riqualificare le aree di proprietà pubblica con verde attrezzato.

“Sono totalmente a favore di questa iniziativa , – afferma Di Lauro – e suggerisce la cultura del ‘buon amministratore’ che prevede non solo la messa in opera senza secondi fini, ma principalmente ‘la continuità del provvedimento’. Per meglio capire il concetto, voglio dire di non fare sempre come si è fatto fino ad oggi, ossia buttare il famoso “fumo” negli occhi, abbellendo con panchine, fiori e piante le varie zone o piazze e poi abbandonarle, come se il prato o i fiori non avessero bisogno di manutenzione. Tempo fa in consiglio comunale fu proposta la gestione degli standard come zone verdi agli stessi cittadini che vi abitano vicino, ma sinceramente non vedo una utilità ‘strettamente pubblica’ in questa proposta, vedo più una ‘utilità privata’, perché così si corre il rischio di avere più un giardino proprio che un giardino pubblico sulle aree interessate per l’evidenza delle cose che può portare l’abitarci vicino. Se questo è il significato da dare a questa iniziativa, sarebbero soldi spesi inutilmente, per un bene effimero e della durata di pochissimo tempo e non mi troverebbero assolutamente in sintonia con la proposta. Sono perfettamente in accordo solo se il ragionamento è differente, ossia culturale ed etico e di utilità assolutamente pubblica”.

“Noi – continua Di Lauro – dobbiamo avere la capacità di cambiare questa mentalità che ci porta a vivere di apparenza e di quotidianità, dobbiamo entrare più profondamente nelle cose, nei concetti e nelle osservazioni, esse devono divenire modi di vivere, ossia etica e la continuità del provvedimento, per non sperperare i soldi inutilmente. Dobbiamo agire come il Gatto disse alla Gabbianella nel romanzo di Sepulveda, dobbiamo osare e volare più in alto. L’istituzione e l’ausilio di una ‘consulta comunale’ potrebbe essere un’ottima idea per analizzare in modo approfondito le tematiche del caso, il programmare un piano di gestione per la manutenzione ordinaria del ‘verde pubblico’ e della pulizia urbana, attraverso i nostri lavoratori socialmente utili, dandone ad essi la responsabilità della gestione. Questo ci porterebbe a spendere meno ed otterremo la vera utilità dei soggetti designati. Potremmo far fare la manutenzione ‘controllata’ del verde pubblico ai concessionari dei chioschi, allestiti in modo indecoroso, sulle varie piazzette, con la mora della perdita della concessione stessa, dico controllata, perché la manutenzione sicuramente è già prevista ma mai nessuno la effettua in modo continuo e mai nessuno poi controlla. In verità, qualche piazzetta che funziona esiste, grazie a qualche cittadino che provvede in modo autonomo alla manutenzione, fornendosi di tanta buona volontà per potare alberi e tagliare l’erba (vedi la piazzetta di via Perillo) ma se succede qualche imprevisto chi paga? Riqualificare tali zone piantando arbusti da fiore, sistemando il manto erboso, piantando cespugli fioriti e, perché no, sistemando delle panchine, utili in zone particolarmente ampie, e così via dicendo, se non vi è la convinzione culturale prima di tutto di chi amministra attraverso una manutenzione e sorveglianza continua, creeremo solo ulteriori zone di guerra dove fare crescere spacciatori e mali affari”.

“Se non si inizia a ragionare – conclude il socialista – mai ci sarà la speranza di cambiare, però dobbiamo essere prima di tutto noi convinti a cambiare e non solo il verde pubblico, anche il modo di occupare suoli di qualsiasi natura pur di costruire. Bisogna quindi articolare i ragionamenti in modo più approfondito, senza secondi fini e per il beneficio di tutti”.

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