Lodo Mondadori, Fininvest deve risarcire 750 milioni a Cir

di Redazione

De Benedetti-BerlusconiROMA. E’ stata depositata oggi la sentenza del tribunale di Milano nella causa civile promossa da Cir contro la Finivest, quest’ultima che dovrà risarcire il gruppo di Carlo De Benedettiun danno patrimoniale quantificato in circa 750 milioni di euro.

Il risarcimento riguarda il danno causato dalla corruzione giudiziaria nella vicenda del lodo Mondadori.

“La sentenza che ha carattere esecutivo – si legge in una nota del Cir, assistita dagli avvocati professor Vincenzo Roppo ed Elisabetta Rubini – decide che Cir ha diritto al risarcimento da parte di Fininvest del danno patrimoniale da ‘perdita da chance’ di un giudizio imparziale, quantificato in euro 749.955.611,93; Cir ha diritto al risarcimento da parte di Fininvest anche dei danni non patrimoniali sopportati in relazione alla medesima vicenda. La liquidazione di tali danni è riservata ad altro giudizio”.

“In questo modo – si legge ancora nella nota della Cir – dopo la definitiva condanna penale per corruzione intervenuta nel 2007, anche il giudice civile porta luce su una vicenda che ha inflitto un enorme danno a carico di Cir, ferendo al contempo fondamentali valori di corretto funzionamento del mercato e delle istituzioni. Cir esprime soddisfazione per una sentenza che rende giustizia alla società e ai suoi azionisti”.

“La sentenza non mi compensa per non aver potuto realizzare il progetto industriale che avrebbe creato il primo gruppo editoriale italiano – scrive l’ingegner De Benedetti – ma stabilisce in modo inequivocabile i comportamenti illeciti che l’hanno impedito”. Per il presidente onorario di Cir “dopo quasi vent’anni dalla cosiddetta fraudolenta messa in atto per sottrarre al nostro gruppo la legittima proprietà della Mondadori – aggiunge De Benedetti – finalmente la magistratura, dopo la sentenza che ha confermato definitivamente in sede penale l’avvenuta corruzione di un giudice, ci rende giustizia anche sul piano civile”.

La Fininvest “esprime tutta la propria incredulità di fronte alla sentenza del Tribunale Civile di Milano. Una sentenza profondamente ingiusta – si legge in una nota – In attesa di conoscerne le motivazioni, la Fininvest ribadisce la correttezza del suo operato, la validità delle proprie ragioni e degli elementi che sono stati addotti per sostenerle”. E annuncia che “ricorrerà immediatamente in appello, assolutamente certa che la totale fondatezza delle sue tesi non potrà non essere riconosciuta”.

Cesare Previti, nel 2007, venne condannato a un anno e mezzo di reclusione al termine del secondo processo d’appello celebrato a Milano nell’ambito del caso lodo-Mondadori. La Terza corte d’appello di Milano aveva accolto tutte le richieste di condanna avanzate dal sostituto pg Pietro De Petris anche per gli altri imputati. La pena più alta era stata per il giudice Vittorio Metta, condannato a 2 anni e 9 mesi di reclusione in continuazione con i 6 anni riportati per Imi-Sir. L’avvocato Attilio Pacifico aveva invece subito la stessa condanna di Previti, mentre l’avvocato Giovanni Acampora era stato condannato a 1 anno e 6 mesi. L’assoluzione dei quattro imputati dal parte della Corte d’appello di Milano era stata annullata dalla Cassazione che aveva disposto un nuovo processo.

Il giudice Metta, secondo l’accusa, sarebbe stato corrotto dagli altri imputati per annullare, attraverso una sentenza di cui fu relatore, il lodo arbitrale che assegnava a De Benedetti il controllo azionario della Mondadori, a favore di Silvio Berlusconi. All’inizio del processo l’attuale premier figurava tra gli imputati, ma nel 2001 la Cassazione stabilì nei suoi confronti la prescrizione dei reati contestati.

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