D’Alema: “Berlusconi non ha la forza di riscrivere la Costituzione”

di Redazione

Massimo D'Alema ROMA. “Le ultime esternazioni sulla giustizia e sulle riforme del presidente del consiglio hanno contribuito a un aggravamento del clima”.

Ad affermarlo Massimo D’Alema nel corso di un incontro ad Asolo per la presentazione della candidata segretaria alla regione Veneto del Pd della mozione Bersani. “Credo – ha aggiunto D’Alema – che queste minacce siano preoccupanti ma probabilmente molto velleitarie: non credo che Berlusconi abbia la forza di riscriversi la Costituzione da solo e se ci provasse si troverebbe di fronte a difficoltà insormontabili”.

A commentare le parole del premier Silvio Berlusconi, che ha annunciato una riforma della giustizia per evitare che “un manipolo di toghe rosse” influenzi il governo del Paese, interviene anche il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini:”Credo che gli italiani diranno no ad un presidente padrone. Se Berlusconi vuole fare delle riforme serie, noi ci sediamo ad un tavolo, se no lo sfidiamo davanti agli italiani. Vedremo se gli italiani vogliono un presidente padrone o vogliono mantenere una democrazia con pesi e contrappesi e con regole come è necessario in tutto l’occidente”. Sul caso del giudice del Lodo Mondadori, Raimondo Mesiano, “pedinato” dalle telecamere di ‘Mattino 5’, trasmissione Mediaset, Casini ritiene “che i debba essere sempre il diritto alla privacy e non a intermittenza secondo le convenienze della politica”.

“Posso constatare che la Bulgaria lo eccita un pò, bisognerebbe forse cambiare qualche itinerario”. Così il candidato alla segreteria del Pd Pier Luigi Bersani, parlando a Bologna, ha ironizzato sulle dichiarazioni del premier durante il vertice bilaterale di Sofia. “Berlusconi ci ha abituati a sollevare i problemi quando sono problemi suoi, – ha detto Bersani – adesso si è riaperta per lui la questione giustizia e quindi parliamo di giustizia. Ma non ne parliamo dal lato del servizio che interessa ai cittadini, giustizia penale, giustizia civile, che in questo momento di crisi non funzionano. Ne parliamo dal punto di vista della separazione delle carriere, se ci sia da fare l’appello o no per uno dichiarato innocente. Tutte cose – ha sottolineato Bersani – che francamente interessano poco ai cittadini. Se si parla dal lato dei cittadini noi parliamo di giustizia e siamo dispostissimi a discutere. Se si parla dal lato di quel che serve a Berlusconi ci siamo un pò stancati di essere sempre sui problemi suoi”.

Dall’Associazione nazionale magistrati, il presidente Luca Palamara è chiaro: “Diciamo no alla riforma della Carta costituzionale, a difesa dell’indipendenza della magistratura, nell’interesse dei cittadini. Vogliamo una riforma della giustizia che renda più veloci i processi e metta al centro dell’attenzione i cittadini”. Anche Palamara fa riferimento al caso Mesiano: “Sono ignobili e indecorose aggressioni, che non ci intimidiscono, ma che stanno creando un forte malcontento nella magistratura”.

Contrario a un certo tipodi riforma della Giustizia il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino: “A chi dice che bisogna fare un doppio Csm io dico che non si può, perchè uno dei due dovrebbe andare sotto al ministero della Giustizia, il che è assurdo. O si è giudici e si è indipendenti, oppure si è qualcos’altro e bisogna vedere che cos’è questo qualcos’altro. Al momento non c’è un testo di riforma – ha detto Mancino a margine di una conferenza organizzata dall’Ordine degli avvocati di Avellino – e quindi non si può esprimere un parere. Ci sono propositi, molti velleitari, molti duttili e prudenti, molti altri non ancora definiti. Quando ci sarà una proposta definitiva, che è nei poteri del Governo formulare, allora noi ci esprimeremo”.

La replica a Mancino arriva dal portavoce del Pdl Daniele Capezzone: “Sorprende dover constatare che una personalità così esperta e che ha attraversato così tante stagioni e con così rilevanti responsabilità come Nicola Mancino sembri dimenticare che il Csm non è una sorta di ‘terza Camera’ autorizzata a contendere al Parlamento la definizione e l’approvazione delle riforme in materia di giustizia”.

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